“Non sono pessimista: come si fa a vivere a Modena e a essere pessimisti?”. Paolo Scaroni ha chiuso con questa battuta il suo intervento a MoRe Impresa Festival, la kermesse targata Lapam Confartigianato che è in corso di svolgimento sino ad oggi. Intervenuto in Camera di Commercio, che sostiene l’iniziativa insieme a Fraer Leasing e Formart, Scaroni si è concentrato sui temi dell’energia e, in particolare, sul gas. Dopo le esperienze come amministratore delegato di Eni e di Enel, oggi il manager veneto è presidente del Milan e deputy chairman di Banca Rothchild. Ma, appunto, è intervenuto nella sua veste di grande esperto di energia:
“Per decenni la Russia è stato il nostro Texas, ci ha dato gas in cambio di prodotti esportati, e badate bene era così fin dai tempi dell’Unione Sovietica. Dopo la pandemia, col rialzo dei consumi e con l’inizio della transizione ecologica che ha indotto molti Paesi a rinunciare al carbone per il gas che produce metà della CO2, il prezzo si è alzato, con la Russia che, nonostante le richieste, ha cominciato a esportare il minimo previsto dai contratti. Con l’invasione dell’Ucraina poi sono arrivate le sanzioni, che sono giuste ma che hanno innescato contro sanzioni da parte russa: questo era prevedibile e andava previsto da subito, era lì che andava messo un tetto al prezzo del gas per evitare che le nazioni più esposte (Germania e Italia in testa, ma anche Austria e in genere l’Europa centro orientale) andassero in difficoltà. Non critico le sanzioni, bisognava farle, ma perché non abbiamo concordato come reagire tutti insieme alle contro sanzioni? Andare alla rinfusa per riempire i famosi stoccaggi ha scatenato una concorrenza che ha alzato il prezzo a dismisura, con le realtà esportatrici (in testa Norvegia e Stati Uniti) che hanno guadagnato. Mettersi d’accordo da subito sarebbe stato necessario”.
Scaroni, parlando alla platea Lapam e davanti a tanti ospiti istituzionali (dal Prefetto Camporota al sindaco di Modena Muzzarelli, dal presidente della Provincia Tomei a quello della Camera di Commercio Molinari, fino al presidente regionale Confartigianato Servadei e all’ad di Fraer Leasing Furlan), ha passato in rassegna la situazione attuale: “Abbiamo gli stoccaggi pieni, supereremo l’inverno senza razionamenti, c’è solo il timore di un freddo tardivo, a marzo prossimo, che potrebbe creare qualche problema. Mi preoccupa di più l’inverso del 2023/2024, perché faremo più fatica a riempire gli stoccaggi e perché il gas liquido, che arriverà anche dai giacimenti di Eni in Mozambico, Algeria e Angola, oltre che dagli Usa e da altri Paesi, ha costi più alti. E poi occorreva un accordo su base europea anche sugli aiuti a imprese e cittadini: andare in ordine sparso non aiuta. Una cosa dobbiamo assolutamente imparare a fare, ed è risparmiare energia, sia come cittadini che come imprese, per molti anni credo che non compreremo più gas dalla Russia. Ma gli imprenditori, che sono molto creativi, troveranno soluzioni”.
Il finale è sulle rinnovabili: “Fotovoltaico, energia idroelettrica, eolico, idrogeno… tutto serve e occorre investire per aumentarne la quota, è necessario fare tutto il possibile, sapendo bene che però solo il 20% della nostra energia è di natura elettrica (che si ricava col solare, ad esempio), mentre il restante 80% è di altra natura. La transizione ecologica deve accelerare il passo, ma occorre essere realisti e chiarire i tempi di questa transizione: penso al passaggio dal motore endotermico a quello elettrico, servono tempi certi per fare gli investimenti giusti, sapendo che l’Europa è responsabile però soltanto dell’8% della CO2 emessa dall’intero pianeta”.
Le conclusioni sono state curate dal presidente Lapam Confartigianato Gilberto Luppi, che ha messo in evidenza alcuni aspetti: “E’ stato un momento molto importante che ci ha ricordato sia che il futuro è difficile ma anche che la nostra capacita di reagire è forte. Serve uno Stato che semplifichi le norme per compiere la transizione energetica che è in atto: fotovoltaico e altre energie rinnovabili vanno implementate, va fatto tutto quello che si può fare per produrre energia pulita. E poi va condivisa: noi abbiamo poli industriali in cui è possibile creare comunità energetiche e mettere pannelli sopra i capannoni senza deturpare il paesaggio, e distribuirla sia alle imprese che alle abitazioni circostanti evitando la dispersione dovuta alle linee elettriche”.
Oggi pomeriggio la chiusura con l’ultimo atto di ‘Manifatture Aperte’, che vede quasi mille studenti di 10 istituti superiori coinvolti in visite a 27 aziende associate Lapam.