L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna si conferma come primo ospedale pubblico a livello nazionale per numero di protesi d’anca impiantate: nel 2021 sono stati eseguiti 1.989 interventi (in aumento anche rispetto ai 1.965 casi del 2019). I dati dell’edizione 2022 del Programma Nazionale Esiti (PNE), strumento di valutazione sviluppato da Agenas-Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali su mandato del Ministero della Salute, vedono il Rizzoli in netto aumento rispetto al 2020 anche per la restante attività protesica, con volumi che tornano in linea con l’attività precovid sia per la protesi di ginocchio (744 casi nel 2021, 503 nel 2020, 786 nel 2019, 760 nel 2018) che per la protesi di spalla (70 casi nel 2021, 48 nel 2020, 79 nel 2019, 70 nel 2018).
Benché siano aumentati in modo significativo i casi traumatologici, e nello specifico quelli per frattura del femore (395 casi nel 2021, 301 nel 2019), il Rizzoli mantiene un valore superiore all’80% delle fratture del collo del femore operate entro 2 giorni, che rappresenta uno degli indicatori di performance dei reparti di Ortopedia: l’80,83% di fratture nell’anziano sono state operate entro due giorni dal trauma, contro il 64,3% della media nazionale e a fronte di uno standard nazionale fissato al 60%. Anche considerando il criterio più stringente degli interventi entro 48 ore, il Rizzoli presenta un valore del 71,2%, in miglioramento rispetto al 2020 (68,7%) e ben più alto della media nazionale del 48,6%.
Sul tempo di attesa per l’intervento chirurgico sulla frattura tibia perone, un altro degli indicatori di performance delle Ortopedie, il Rizzoli si mantiene sui tre giorni di attesa a fronte di una mediana di 4 giorni a livello nazionale.
“Questi dati rappresentano i risultati dello sforzo dei nostri operatori per riorganizzare le attività dell’ospedale con tutte le difficoltà del contesto che la pandemia ci ha messo di fronte – commenta il direttore generale del Rizzoli Anselmo Campagna. – Senza dimenticare che l’attività del Rizzoli è caratterizzata dagli interventi di altissima complessità, come nei settori dell’ortopedia oncologica, vertebrale e pediatrica, che non sono inclusi nel PNE proprio perché ultraspecialistici e possibili solo in centri specializzati come il nostro IRCCS, ospedale di ricerca che risponde a livello nazionale ai bisogni di pazienti che altrimenti non possono trovare soluzioni per le loro situazioni complesse.”