In stradello Santa Marta 84, in località Cognento, sarà recuperato l’omonimo borgo dove saranno ricavate 13 abitazioni attraverso il restauro di due fabbricati esistenti e la costruzione di due edifici residenziali al posto delle strutture ad uso allevamento zootecnico già demolite, oltre che di un edificio a uso autorimesse.
Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 29 dicembre, ha infatti approvato lo schema di convenzione presentato dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, relativo ai permessi di costruire convenzionati presentati dalla società Dama Real Estate srl unipersonale in liquidazione, in qualità di proprietaria. Si sono espressi a favore Pd, Sinistra per Modena, Europa Verde-Verdi, Modena Civica, Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Alternativa popolare, Gruppo indipendente per Modena. Contrario il Movimento 5 stelle.
“L’intervento – ha affermato Vandelli – risponde al perseguimento dell’interesse pubblico in quanto prevede il completamento della bonifica dell’area, la rimozione dei residui derivati dalle demolizioni dei fabbricati agricoli dismessi, il recupero e la riqualificazione di quelli esistenti e vincolati, la sistemazione delle aree pertinenziali attraverso interventi di mitigazione e piantumazione, oltre alla riqualificazione del fronte stradale con la realizzazione di un marciapiede per tutto il tratto prospiciente il lotto di intervento”.
Il progetto prevede, in particolare, il recupero dei due fabbricati vincolati, una ex stalla/fienile e una ex abitazione con servizi agricoli, dove sorgeranno nove unità abitative, la realizzazione degli accessi al lotto, la sistemazione a raso delle aree interne, la costruzione dei due nuovi fabbricati residenziali bifamiliari, al piano terra e primo, al posto di quelli agricoli risalenti agli anni ’60 già demoliti (per ulteriori quattro alloggi e rispettive pertinenze), e dell’edificio a uso autorimesse (con nove autorimesse pertinenziali degli immobili soggetti a vincolo conservativo dotate di predisposizione di ricarica elettrica), oltre a una fascia di verde a mitigazione dell’intervento. In particolare saranno messe a dimora circa 100 piante autoctone e tipiche del luogo, verrà garantito un indice di permeabilità maggiore del 40 per cento e saranno predisposte pavimentazioni drenanti in grado di recuperare le acque meteoriche mediante vasca di laminazione interrata.
Le abitazioni, dotate complessivamente di 30 posti bici, saranno realizzate in classe energetica A4 con la previsione di utilizzo di sole fonti rinnovabili; verranno realizzati percorsi e posti auto scoperti interni al comparto esclusivamente drenanti o su verde filtrante e si procederà a una ricostituzione ambientale e visiva del tratto di strada Santa Marta, fino alla curva verso via Viazza, mediante la piantumazione di un filare di ‘pioppi cipressini’ tipici del paesaggio agricolo locale e il mantenimento del canale irriguo a fianco della strada.
Le opere di urbanizzazione, in particolare, consisteranno nell’allargamento della sede stradale di stradello Santa Marta e di strada Viazza di Cognento così da rendere più agevole anche il transito di mezzi della limitrofa fattoria didattica, nella realizzazione di spazi e percorsi pedonali attrezzati, nella riasfaltatura e manutenzione dell’area stradale per tutto il tratto davanti all’area di intervento e i limiti di proprietà su terreno agricolo, compreso la messa in quota di lapidi pozzetti e caditoie, oltre al rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale.
Intervenendo nel dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha apprezzato la qualità dell’intervento ma si è detta dubbiosa “sulla capacità della società, che si trova in stato di liquidazione, di sostenere le opere di urbanizzazione previste”.
Per Stefano Manicardi (Pd) si tratta di un progetto importante “che va nella direzione di un miglioramento paesaggistico dell’area, recuperando una delle strutture a corte che caratterizzano la zona e restituendo al territorio passaggi ciclopedonali messi in sicurezza”.
Replicando alla consigliera Rossini, l’assessora Vandelli ha spiegato che “la norma impone al soggetto di dimostrare anche la propria capacità economico-finanziaria di adempiere agli impegni che si assume con l’intervento”. Pertanto, dovendo assolvere, appunto, anche a delle opere di urbanizzazione “il rilascio del titolo viene effettuato solo dopo la presentazione di una fideiussione: se non c’è una bancabilità la fideiussione non viene rilasciata e quindi neanche il titolo”. Vandelli ha tuttavia specificato che “a oggi non ci troviamo in una condizione preclusiva alla presentazione di un titolo, perché siamo in presenza di un intervento diretto e non di un progetto da sviluppare”.