Di fronte al problema abitativo con cui si confronta anche Modena, all’aumento della povertà che riguarda un numero crescente di famiglie e alla fragilità pisco-sociale di numerosi nuclei spesso intrecciata a condizioni di disagio abitativo, l’amministrazione comunale sta sperimentando anche nuovi modelli abitativi con servizi volti a potenziare la qualità dell’abitare.
Dal co-housing allo sviluppo delle relazioni di vicinato e di pratiche solidali nelle comunità condominiali all’offerta di spazi integrativi per la socializzazione sono alcune delle strade, indicate anche nel documento programmatico “Linee di indirizzo per il Welfare Prendiamoci Cura”, che il Settore Politiche sociali sta percorrendo.
In questo quadro si colloca il progetto, avviato sperimentalmente qualche anno fa, per il servizio di residence sociale che intende fornire una risposta a situazioni emergenziali attraverso il reperimento di soluzioni abitative temporanee a tariffe calmierate, in grado di garantire canoni sostenibili. Il residence sociale è costituito da otto alloggi di proprietà pubblica ed è gestito attraverso una coprogettazione con il Terzo Settore, così come i quattro alloggi del co-housing a sostegno dell’autonomia abitativa di adulti privi di una rete parentale, con priorità per donne e soggetti fragili.
Per entrambi i progetti, residence sociale per famiglie e co-housing per persone singole in condizione di fragilità, sta concludendosi una prima fase gestionale di alcuni anni che ha permesso di valutare l’efficacia degli interventi e di introdurre alcuni miglioramenti dei servizi. Pertanto, nei prossimi giorni saranno pubblicati gli avvisi pubblici per individuare i soggetti del Terzo Settore con cui stipulare le convenzioni per la gestione dei servizi a seguito della co-progettazione effettuata con il Settore Servizi sociali, secondo quanto previsto dalla Linee di indirizzo approvate dalla Giunta su proposta dell’assessora Roberta Pinelli.
In particolare, il residence sociale è riservato all’accoglienza temporanea di nuclei familiari con lo scopo di favorire processi di inclusione sociale e promozione dell’autonomia delle famiglie temporaneamente ospitate, anche attraverso un percorso di accompagnamento progettuale e educativo. I destinatari del progetto sono nuclei residenti in città e in condizione di emergenza abitativa, anche a seguito di provvedimenti di sfratto, con priorità per i nuclei con figli minori e persone non autosufficienti. L’alloggio sarà assegnato per sei mesi rinnovabili per ulteriori sei e l’accesso avverrà sulla base della progettazione realizzata dal Servizio sociale territoriale. Al soggetto gestore, il Comune riconoscerà un rimborso di 50mila euro all’anno per la conduzione degli alloggi (canoni di locazione, spese di condominio, utenze, lavori di ripristino e manutenzione, spese per l’attività educativa ed amministrativa). La quota è inoltre comprensiva di eventuali quote a carico delle famiglie che dovranno essere detratte dalla quota a carico del Comune. La convenzione durerà 24 mesi, a partire dall’1 marzo, con possibilità di rinnovo per ulteriori 12 mesi.
Stesse condizioni e durata sono previste per la convenzione che sarà stipulata per la gestione dei quattro alloggi gestiti in un contesto di co-housing a sostegno dell’autonomia di persone singole adulte con una spesa stimata a carico del Comune di Modena di circa 40mila euro.