Sono scese in campo entrambe per scacciare più lontano possibile il momento non positivo che vedeva fino ad oggi un solo punto nelle ultime sei partite per il Sassuolo e un punto nelle ultime tre per i biancocelesti di Maurizio Sarri.
In conferenza stampa pre partita il tecnico neroverde Alessio Dionisi aveva chiesto ai suoi più cinismo per capitalizzare gli episodi importanti che possono capitare nei novanta minuti, spronandoli a mettere in campo tutto quest’oggi.
Il Sassuolo oggi ha schierato Pegolo tra i pali (Consigli non disponibile salta il suo primo match), Toljan, Erlic, Tessoldi, Rogerio in difesa, a centro campo Frattesi, Obiang e Traorè, con avanti Berardi (capitano), Laurientè e Alvarez al posto di Pinamonti.
Fino alla mezzora del primo tempo da sottolineare solo, il capitano Ciro Immobile, che ha lasciato il campo al quarto d’ora sostituito da Pedro, per il resto l’Oscar come migliore colonna sonora alla cura della Lazio almeno fino allo scadere del tempo quando un fallo di mano in area di Toljan, procura un calcio dagli undici metri ai biancocelesti. Sul dischetto Zaccagni che insacca nonostante Pegolo avesse intuito l’angolo e realizza la sua sesta rete in questa stagione.
Al minuto 53 Dionisi manda in campo Lopez e Defrel richiamando in panchina Obiang e Alvarez, di fatto due cambi ruolo su ruolo che non spostano nulla a livello tattico, al 68’ invece sono Lourientè e Traorè a fare posto a Ceide e Thorstvedt e a sei minuti dal novantesimo chiede un contributo anche a Gian Marco Ferrari (su Erlic).
Finale amarissimo con il gol al 93’ di Philipe Anderson dopo una discesa solitaria che fa esplodere lo stadio di fede laziale.
Il Sig. Pairetto ha fischiato la fine dopo 5’ di recupero mandando via i sostenitori biancocelesti felici della ritrovata vittoria con la curva di casa che ha invece mostrato uno striscione in cui si indicava un interesse eccessivo per il profitto e molto meno per il risultato.
Andare a Monza e possibilmente non far sorridere Galliani diventa una necessità a questo punto e immagino sia parte di quello che si siano detti Berardi e una delegazione dei suoi sotto la curva a fine partita.
(Claudio Corrado)