Sono stati 472, l’anno scorso, i “nuovi italiani” a Carpi: tante infatti le cittadinanze conferite dall’Amministrazione comunale a persone nate all’estero ma immigrate nel nostro Paese da un certo numero di anni, quando non nate qui.
In prevalenza maschi (253 a 219) e maggiorenni (282 a 190), i neo-carpigiani del 2022 provengono da una quindicina di Stati, fra asiatici (Bangladesh, Cina, India e Pakistan), africani (Ghana, Marocco, Nigeria, Senegal, Tunisia) ed europei (Danimarca, Estonia Moldavia, Romania e Serbia), con un’età media – tolti i minorenni – di circa 48 anni.
Per quanto riguarda la modalità con cui queste persone hanno acquisito la cittadinanza, si contano 217 decreti del Presidente della Repubblica, procedura che richiede almeno dieci anni di residenza per chi proviene da fuori l’Unione Europea (scendono a quattro per i cittadini comunitari); e 29 decreti del Prefetto, applicati a chi è residente da almeno due anni dopo matrimonio con cittadino italiano (oppure due anni da quando il coniuge è “diventato” italiano).
Ci sono poi 223 fra attestazioni o accertamenti da parte del Sindaco: si tratta (in 190 casi) di minori che ricevono la cittadinanza italiana contestualmente a quella acquisita dai genitori, o neo-maggiorenni (33 casi) che sono nati nel nostro Paese e vi hanno sempre avuto la residenza legale.
Da registrare infine, che ci sono stati anche tre casi di “jure sanguinis”, cioè discendente di italiani emigrati, che ha chiesto e ottenuto la cittadinanza dell’antenato.
Commenta Mariella Lugli, Assessore ai Servizi Demografici, che esegue di persona il conferimento agli adulti, consegnando copia della Costituzione dopo il giuramento: «E’ sempre emozionante, talvolta commovente, vedere l’entusiasmo con cui queste persone conseguono la cittadinanza del Paese dove vivono e lavorano da tanti anni, crescendovi i figli e integrandosi al meglio nella stragrande maggioranza dei casi. Prima della cerimonia, i loro racconti di vita, degli anni trascorsi in Italia e il fatto che giunti a Carpi non si sono più allontanati da qui, ci fanno capire quanto sia forte la loro volontà di restare e di essere a tutti gli effetti dei “nuovi italiani”».