“Il fatto che a Reggio Emilia la procura rischi di essere dimezzata mette a rischio, tra l’altro, i numerosi codici rosso che, in questi ultimi anni hanno consentito di affrontare situazioni drammatiche a tutela delle donne, così come previsto dalla legge 69 del 2019” ad affermarlo sono Elena Strozzi della segreteria Cgil e Rosamaria Papaleo segretaria generale di Cisl Emilia Centrale. È di questi giorni, infatti, la notizia che quattro pubblici ministeri su nove presenti presso il Tribunale di Reggio Emilia abbiano chiesto, per motivi personali, il trasferimento presso altre sedi.

“Stiamo pensando alle misure a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti – proseguono Strozzi e Papaleo – e di cui si occupano i Pm con funzioni investigative e di giustizia. Osserviamo come le motivazioni delle richieste di trasferimento non abbiano nulla a che fare con l’attività dell’ufficio reggiano ma ci preoccupano le parole del capo della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, Calogero Gaetano Paci, sul rischio di un Tribunale con organico dimezzato. Già un posto da Pm era vacante e non è stato rimpiazzato”.

Per Cgil e Cisl “Siamo nella provincia del terribile caso di Saman Abbas e dove lo scorso anno sono 350 le donne ad avere richiesto un primo accesso al centro antiviolenza. Un numero impressionante cui si aggiungono i 67 casi di donne già inserite nei percorsi antiviolenza: in assenza di adeguate tutele, rischia di essere solo la punta dell’iceberg che, purtroppo, avviene quasi sempre nel silenzio delle mura di casa. Il 94% di queste donne ha subito violenze di cui l’88% psicologiche, il 64% fisiche e il 27% violenza sessuale”.
Per Cgil Reggio Emilia e Cisl Emilia Centrale è pertanto ora fondamentale il ruolo del Csm. “Se saranno autorizzati i trasferimenti chiediamo che a Reggio l’organico sia ripristinato al più presto e, in tal senso, chiediamo l’intervento delle istituzioni locali”.

 

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