MILANO (ITALPRESS) – “Omofobo? Credevo che avrebbe colpito la notizia che non ho più il busto del Duce. Ma qui ogni giorno ce n’è una nuova”. Lo dice il preside del Senato Ignazio La Russa in una intervista al “Corriere della Sera” rispondendo alle accuse ricevute dopo la registrazione della trasmissione Belve: “Sessista”, “fascio” e, appunto, “omofobo”. “Se avessero aspettato la messa in onda avrebbero capito il contesto in cui le mie parole sono state dette” aggiunge “Io ho solo risposto alle domande: non ho introdotto alcun tema. Si può discutere se fossero adeguate. Ma è chiaro che se vai in un programma così rispondi secondo lo spirito della trasmissione, A titolo del tutto personale e con sincerità. Non puoi fare l’istituzionale. O, peggio, l’ipocrita”. Alla domanda “Non ha detto che le dispiacerebbe avere un figlio gay” risponde: “Avrei dovuto dire: non ce l’ho, non lo so. Dovendo ipotizzare che sentimenti avrei avuto in quella situazione ho detto che da eterosessuale avrei provato un “leggero dispiacere” se non fosse stato simile a me. Come è stato per uno dei miei figli quando era del Milan e io dell’Inter. Ma certo non per questo gli avrei voluto meno bene. Avrei rispettato la sua identità”. Quindi spiega il paragone: “E’ comune per un padre volere un figlio che gli assomigli. I sentimenti non sono sindacabili. E’ un mio problema. Intimo. L’importante è che si sia rispettosi dell’identità altrui. E chi mi conosce sa che lo sono sempre stato”. Rispondendo alla comunità Lgbt che lo accusa di aver colpevolizzato i figli gay” dice “Come mi ha detto Anna Paola Concia, che non è una pericolosa omofoba ma un’esponente di punta della comunità Lgbt, che casualmente ho appena incontrato in Senato per parlare di Didacta Italia, non era sbagliata la risposta ma la domanda”.

foto: agenziafotogramma.it

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