Potenziare il sistema di raccolta rifiuti, chiedendo al gestore Hera di investire sull’ampliamento delle stazioni ecologiche cittadine grazie anche alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che il Governo deve sbloccare. Contestualmente, verificare la possibilità di realizzare almeno quattro microaree, una per ogni quartiere, attrezzate per permettere agli utenti di conferire 24 ore al giorno ogni tipologia di rifiuto, in modo da disincentivare pure quei comportamenti che danneggiano ambiente e comunità.
È la richiesta del Consiglio comunale di Modena che ha approvato, nella seduta di giovedì 16 marzo, l’ordine del giorno: “Raccolta rifiuti porta a porta nella città di Modena. Criticità e soluzione”. Il documento, presentato da Katia Parisi (Modena Civica), ha ottenuto il voto a favore di Partito democratico e Sinistra per Modena; astenuti Europa Verde-Verdi, Gruppo Indipendente per Modena, Alternativa Popolare, Forza Italia e Lega Modena, mentre contrari Movimento 5 stelle, Fratelli d’Italia e la consigliera Luigia Santoro per Lega Modena.
L’ordine del giorno descrive l’importanza della campagna di informazione avviata dal gestore Hera e dal Comune prima dell’introduzione del nuovo sistema di raccolta, e l’ampia partecipazione riscontrata alle diverse assemblee pubbliche organizzate. Tuttavia, puntualizza che “la comunicazione non è stata sempre efficace come ci si attendeva”. La consigliera ha infatti specificato che diversi cittadini, soprattutto dei Quartieri 1 e 4, hanno segnalato aspetti critici a proposito delle informazioni ricevute, in particolare sulla gestione della raccolta all’interno dei condomini.
Specificando che “la fase fisiologica di assestamento del nuovo sistema di raccolta sta per terminare”, il documento chiede che i problemi iniziali rilevati non impattino più sui cittadini, come l’accresciuto abbandono dei rifiuti. A questo proposito, è stato chiesto di rafforzare i provvedimenti sanzionatori nei confronti di chi abbandona e di potenziare alcuni aspetti del nuovo sistema di raccolta. Parisi ha quindi specificato che garantire una corretta gestione del servizio, che sia efficace, efficiente e “soprattutto” puntale, significa anche “tenere sotto controllo e monitorare possibili reazioni negative dell’utente di fronte ai disservizi, e favorire, semmai, tramite interventi tempestivi, la loro conversione in evento positivo”.
L’ordine del giorno, dunque, chiede di individuare almeno una zona per ogni quartiere in cui collocare una piccola isola ecologica, completamente automatizzata, aperta 24 ore su 24 e videosorvegliata, per consentire il conferimento dei rifiuti soprattutto a chi, come trasfertisti e turnisti, non può rispettare giornate e orari di raccolta. “Si tratta di isole ecologiche a supporto del sistema porta a porta – ha specificato Parisi – già ampiamente utilizzate, da anni, in diverse città”. La consigliera ha puntualizzato inoltre che, trattandosi di dotazione automatizzata, è possibile registrare in tempo reale la quantità di rifiuto conferito, ottenendo pure una ricevuta grazie alla quale l’utente può verificare il corretto smaltimento.
La proposta, come si specifica nel documento, segue gli indirizzi politici di una precedente mozione approvata che chiedeva proprio al gestore Hera di implementare ulteriormente le stazioni ecologiche cittadine, prevedendo la progettazione di una nuova struttura da aggiungere alle quattro già attive, da finanziare prioritariamente con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (FdI) ha affermato che la mozione scarica sul Governo, attraverso il riferimento ai fondi del Pnrr, delle responsabilità che non gli competono: “Il Comune deve rivolgersi a Hera per chiedere conto dei disservizi”. La consigliera ha poi parlato di diversi “errori di base del sistema”: “Sbagliato, per esempio, applicare in maniera indistinta un modello di raccolta che dovrebbe invece essere tarato per la singola città”. Rossini ha poi specificato che “a differenza di quanto riportato nella mozione, gli incontri pubblici sono stati poco partecipati: se i cittadini non partecipano deve essere il gestore ad andare da loro”.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha sostenuto che “la mozione trova il pretesto per attaccare il Governo, ma dei disservizi deve occuparsi Hera”. Il capogruppo, parlando di “grande disagio” diffuso in città, ha espresso la necessità di andare incontro ai cittadini: “Riceviamo quotidianamente molte segnalazioni, è opportuno fare di più per risolvere le problematiche”.
Per il Movimento 5 stelle, Andrea Giordani ha constatato diverse problematiche del sistema di raccolta puntualizzando però che “deve esserci uno sforzo collettivo dei cittadini per attuare davvero un cambiamento”. Il capogruppo ha poi manifestato alcune perplessità rispetto al documento: “Non abbiamo capito dalla mozione se queste isole ecologiche sono provvisorie o definitive e su chi ricadrebbero le spese del personale”. Giovanni Silingardi ha affermato che “il sistema non deve essere messo in discussione poiché, dati alla mano, in tutta Italia dà i risultati migliori”. Tuttavia anche il consigliere ha sottolineato che “nel difendere il sistema riconosciamo anche alcune problematiche”. In particolare, Silingardi ha puntualizzato che Atersir (“espressione dei territori, li rappresenta”) aveva indicato nel bando per l’affidamento del servizio di gestione rifiuti la necessità di informare i cittadini in maniera continuativa: “Hera, quindi, deve fare questo: deve attenersi al bando al cento per cento, intervenendo soprattutto in questo momento”.
Per il Pd, Antonio Carpentieri ha specificato che al Governo viene chiesto solo di mantenere l’impegno preso con l’Esecutivo precedente: “Chiediamo di sostenere, tramite i fondi Pnrr previsti in quest’ambito, un momento di trasformazione per la nostra comunità”. Il capogruppo ha poi puntualizzato che rivolgersi al Governo affinché possa sostenere economicamente la realizzazione di nuove isole ecologiche non deresponsabilizza il Comune: “L’Amministrazione, infatti, mantiene la funzione di controllo sul gestore che, a sua volta, ha un piano da attuare”. Carpentieri ha poi evidenziato che l’aggiunta di macroaree di raccolta, attive 24 su 24, “non svilisce il sistema ma, semmai, lo potenzia”. Diego Lenzini, puntualizzando che “le problematiche del sistema di raccolta interessano Hera e Amministrazione comunale”, ha specificato che “il Governo deve fare la sua parte: il nostro timore è che al livello nazionale si facciano altre scelte con i fondi del Pnrr”. Il consigliere ha poi indicato la strada per l’immediato futuro del nuovo servizio: “La sfida è cucire un sistema di raccolta dedicato alle effettive necessità dei cittadini”. Per Vittorio Reggiani la funzione del Consiglio comunale è “chiedere a chi ha vinto l’appalto di migliorare il sistema, ma, allo stesso tempo, distinguere dalle problematiche tecniche i comportamenti di chi fa fatica ad abituarsi”. Reggiani, puntualizzando che la comunicazione agli amministratori condominiali è stata fatta in modo capillare, ha sottolineato che “le responsabilità non sono solo di chi informa ma anche di chi ascolta”. Infine, il consigliere ha affermato che “ci vuole più attenzione ai casi particolari: ci sono fasce di popolazione fragile che vanno supportate nel fare questa raccolta”.
“Non è riempiendo la città di punti di conferimento, peraltro anche costosi, che rispondiamo ai bisogni dei cittadini, ma cambiando le nostre abitudini”: lo ha affermato Paola Aime (Europa Verde-Verdi) motivando il voto d’astensione. La consigliera ha sottolineato che nonostante la comunicazione del gestore abbia avuto “qualche pecca”, può essere comunque ancora potenziata “in maniera più capillare e centrata su specifici problemi”.