Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia sta svolgendo un sondaggio per monitorare l’andamento economico nel primo trimestre 2023 delle imprese associate. Dal sondaggio ancora in corso già emergono alcuni dati rilevanti.
Marzo si è chiuso in linea col 2022 per il 30% delle imprese che hanno partecipato al sondaggio, in crescita per il 25% di esse e in calo per il 45%. I dati sono simili anche per febbraio (in linea col 2022 per il 33%, in crescita per il 23%, in calo per il 44%) e gennaio (in linea col 2022 per il 32%, in crescita per il 24%, in calo per il 44%).
I saldi sono andati meglio dello scorso anno per il 50% delle imprese dei comparti interessati. Quanto all’accesso al credito il 40% delle imprese che hanno partecipato al sondaggio ritiene che ne avrà bisogno nel prossimo futuro.
Per più della metà delle imprese che hanno partecipato al sondaggio con attività nei centri storici della provincia prevale la preoccupazione per il futuro del proprio centro storico segnalando in alcuni casi carenze nella cura e nella sicurezza; guarda positivamente al futuro dei centri storici la restante parte che invece ritiene che i centri storici nei prossimi anni acquisteranno maggiore vitalità.
Il 18% delle attività che hanno risposto al sondaggio è alla ricerca di personale e trova difficoltà nel reperirlo mentre il 29% segnala ancora difficoltà nel reperire prodotti e/o articoli commercializzati.
Per il 68% delle imprese che hanno partecipato al sondaggio, infine, nel proprio mercato di riferimento prevale un clima d’incertezza e di scarsa disponibilità economica che non favorisce i consumi; soltanto il 10% di esse ritiene invece che vi sia disponibilità e propensione all’acquisto.
«Al di là di questa prima sintesi numerica del sondaggio ancora in corso -spiega il presidente di Confcommercio Reggio Emilia, Davide Massarini- l’impatto del forte aumento delle bollette e, seppure meno intenso, delle materie prime all’uscita dal periodo più restrittivo del Covid ha messo a dura prova la tenuta dei conti economici delle aziende. Rimettere al centro il lavoro di qualità e ripensare i modelli organizzativi delle imprese in termini di sostenibilità sono i due assi portanti di una strategia imprenditoriale per i prossimi anni. La rivoluzione digitale ha cambiato, sta cambiando e cambierà le abitudini dei consumatori così come l’intelligenza artificiale e la robotica stanno facendo per le professioni e la produzione industriale. Ogni epoca segnata da mutamenti così straordinariamente dirompenti rischia di lasciare l’umano anestetizzato dallo stupore. E’ proprio in questi frangenti che la sfida è tenere saldo il punto critico e governare e accompagnare il cambiamento contrastando l’omologazione e l’egemonia della tecnica e valorizzando le specificità e le peculiarità dei popoli e delle culture che compongono la società e delle quali commercio, ristorazione e ospitalità sono intrisi e tramite».