Nella giornata di ieri, nell’ambito di un’attività coordinata inizialmente dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e successivamente dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, la Squadra Mobile della Questura di Bologna ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di otto persone italiane ed albanesi per i reati di cui agli artt. 74 e 73 D. P. R. 309/90. Complessivamente sono state indagate quarantotto persone.

L’attività d’indagine ha riguardato un sodalizio composto da cittadini albanesi, al cui vertice si trovavano due fratelli ed un terzo connazionale, dimoranti rispettivamente a Santa Croce sull’Arno (PI) ed a Massa e Cozzile (PT), soggetti in grado di procacciarsi considerevoli quantitativi di cocaina, nell’ordine di 10 chilogrammi per viaggio (mediamente due-tre al mese) direttamente in Olanda, al prezzo di 24/30.000 euro al chilogrammo, a seconda del grado di purezza della cocaina prescelta, poi commercializzato con un ricarico oscillante tra i 3.000 ed i 10.000 per ciascun chilogrammo.

Lo stupefacente, una volta acquistato in Olanda, veniva trasportato in Italia da fidati collaboratori e custodito all’interno di abitazioni distanti dai luoghi di abituale dimora dei capi dell’organizzazione.

Dell’organigramma associativo facevano parte anche coloro che erano deputati all’individuazione di insospettabili abitazioni da utilizzare come basi logistiche, al reperimento di affidabili ed anonime autovetture da utilizzare per i trasporti dello stupefacente (sulle quali venivano poi realizzati dei doppifondi di carico), ovvero occuparsi del trasferimento dello stupefacente in ambito nazionale.

Nell’ambito di quest’ultima schiera di collaboratori venivano individuati altri due fratelli albanesi, dimoranti a Reggio Emilia che, personalmente e/o con la collaborazione di altri connazionali identificati nel corso dell’indagine ed oggetto anch’essi di misura cautelare, si occupavano di distribuire lo stupefacente a favore di diversi acquirenti dislocati nel centro-nord Italia.

Quanto ai tre elementi di vertice del sodalizio albanese si riusciva ad accertare che, oltre a scegliere e decidere la strategia operativa del sodalizio, avevano rapporti con due pregiudicati salernitani, appartenenti a due distinte organizzazioni criminali di stampo camorristico, che venivano regolarmente riforniti di cocaina poi rivenduta dagli italiani nella provincia salernitana ed avellinese.

Seguendo gli spostamenti degli indagati era stato così possibile procedere all’arresto di due sodali del gruppo, uomo e donna che, in data 23 giugno 2017, di ritorno da un approvvigionamento a Santa Croce sull’Arno (PI) venivano fermati a Lonigo (VI) e trovati in possesso di 2,5 chilogrammi di cocaina nonché della somma di denaro contante di 70.000 euro.

Il prosieguo dell’indagine, come detto, permetteva di individuare la base logistica dell’organizzazione ove sarà arrestata la corriera/custode, di ritorno da un approvvigionamento in Olanda. La donna, difatti, il 5 ottobre 2017, consegnava nei pressi della sua abitazione 2,2 chilogrammi di cocaina ad altro connazionale.

All’esito della successiva perquisizione effettuata presso l’abitazione della donna, situata a Verona, veniva sequestrata la somma di denaro contante di 8.500 euro ed altri 4,5 chilogrammi di cocaina, ancora occultati all’interno del doppiofondo della vettura BMW Serie 1 che la donna aveva utilizzato per l’approvvigionamento in Olanda e per il successivo trasferimento in Italia.

A seguito dell’arresto della donna, ritenuta pienamente affidabile in virtù della sua totale insospettabilità, l’albanese al vertice dell’organizzazione decideva di inviare in Olanda, in occasione dei successivi rifornimenti, altro connazionale già utilizzato per le consegne di narcotico in ambito nazionale.

Quest’ultimo, il 18 gennaio 2018, dopo essere entrato in territorio nazionale proveniente dall’Olanda, veniva fermato da un equipaggio della Sottosezione Polizia Autostradale di Modena Nord, intervenuto su input della Squadra Mobile. All’interno di un doppiofondo presente sulla vettura HYUNDAI I40 utilizzata venivano rinvenuti 6 panetti di cocaina per un peso complessivo lordo di 6,7 chilogrammi.

Nonostante i ripetuti arresti i sodali proseguivano ininterrottamente ad importare e rivendere cocaina.

Il 28 aprile 2018, i due elementi di vertice del gruppo albanese si accordavano con i clienti salernitani per una consegna di narcotico; del trasferimento veniva incaricato un loro sodale che, una volta giunto a Salerno, veniva fermato e trovato in possesso di 1 chilogrammo di cocaina.

Dopo quest’ultimo arresto la fase dinamica terminava.

Nell’intero periodo d’indagine si ritiene che il sodalizio abbia complessivamente introdotto in Italia un quantitativo prossimo ai 300 chilogrammi di cocaina.

I sodali del gruppo utilizzavano un sistema particolare per fare riferimento al quantitativo di cocaina che veniva indicato con lettere anziché numeri, a ciascuna lettera corrispondeva un numero da 0 a 9. Tale sistema veniva individuato dagli investigatori della Polizia di Stato.

Il 5 aprile 2023, il G. I. P. del Tribunale di Firenze, accogliendo le ipotesi accusatorie formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, ha emesso la misura cautelare per i reati di cui agli artt. 74, 73 c. 1 e 80 c. 2 D. P. R. 309/90 nei confronti di otto indagati, di cui due Italiani ed i restanti Albanesi.

Nei confronti di tutti gli indagati si ribadisce il principio della presunzione di innocenza sino ad eventuale sentenza di condanna passata in giudicato.

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