Quasi 150mila metri cubi di sabbia, per arricchire e integrare l’arenile. Prelevati da depositi sottomarini e trasportati riducendo al minimo l’impatto, nel rispetto dell’ambiente circostante, attraverso l’impiego di due draghe. Una modalità innovativa, che ha permesso di trasferire sedimenti di ottima qualità e in quantità giornaliere particolarmente elevate (fino a 6 mila metri cubi).
Si è appena concluso, lungo la costa ferrarese, il cantiere per il maxi-ripascimento che ha interessato otto tratti, nel comune di Comacchio, soggetti a erosione, subsidenza e rischio di ingressione marina. È l’ultimo atto del Progettone 4 che, in un anno e mezzo circa, ha interessato 15 chilometri di litorale emiliano-romagnolo tra le province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara. Per la Regione, ha significato un investimento complessivo di circa 23 milioni di euro, di cui 3 milioni e 300mila euro solo nel tratto ferrarese.
“Quest’ultima parte del Progettone ha visto la realizzazione di opere molto importanti per un ambito territoriale particolarmente delicato- ha spiegato Irene Priolo, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega alla Sicurezza territoriale e Protezione civile, incontrando oggi la stampa al Lido di Pomposa-. Nonostante i lavori siano stati sospesi per una decina di giorni circa a causa delle condizioni meteo avverse, il cantiere è terminato nei tempi previsti, e dunque prima dell’inizio della stagione balneare. Ciò è merito delle modalità innovative con cui si è lavorato, con l’impiego di un sistema di due draghe per far raggiungere la sabbia prelevata direttamente sull’arenile, e della grande capacità di fare rete dimostrata da tutte le istituzioni coinvolte: oltre alla Regione, il Comune, la Capitaneria di porto e l’ente Parco. Ciascuno- conclude Priolo- ha lavorato per accelerare le procedure, permettendo di realizzare un’opera fondamentale sia per la sicurezza il territorio, che per il turismo e l’economia blu di questo tratto di costa”.
Un intervento nel rispetto della tutela ambientale
Si è partiti da nord, dal Lido delle Nazioni, per proseguire verso sud in direzione Lido di Pomposa. Quattro le draghe utilizzate negli 8 tratti interessati dalle operazioni di ripascimento (4 a Lido delle Nazioni e altrettante a Lido di Pomposa), per un totale di 3,6 chilometri di costa ferrarese, dove sono stati trasportati quasi 150mila metri cubi di sabbia.
L’intervento si è svolto nel rispetto della tutela ambientale. Le sabbie sono state prelevate in due distinte aree antistanti al Lido degli Estesi, dove sono presenti depositi sub litoranei. Una volta caricate dalle draghe, sono state trasportate in spiaggia attraverso tubi refluenti mobili, in grado di superare le scogliere senza interferire con i fondali prossimi all’arenile. Ridotto anche l’uso di mezzi meccanici (solo due escavatori) con spostamenti limitati per interferire al minimo con la viabilità pubblica, le utenze, e così via.
Tutto questo perché parte delle aree interessate dall’intervento si trova all’interno del Parco del Delta del Po (una realtà di oltre 54.000 ettari, con ambienti ricchi di biodiversità, dalle aree umide alle pinete e ai boschi, dalle acque salmastre a quelle dolci) e interessa due siti della Rete Natura 2000: il Bosco di Volano presso il Lido delle Nazioni, a sud della foce del Po di Volano, e le Dune San Giuseppe, tra Lido delle Nazioni e Lido di Pomposa.
Le economie che sono derivate dai ribassi d’asta della gara – pari a circa 350mila euro – saranno riutilizzate in autunno per portare altri 15mila metri cubi di sabbia nei tratti di costa più soggetti all’erosione, in modo da rendere ancora più efficace l’opera degli argini invernali e proteggere le aree più critiche.