Martedì 2 maggio è stato, secondo i dati dell’Osservatorio geofisico di UniMoRe, il giorno di maggio più piovoso di sempre. I fiumi, alimentati in montagna e in pianura, si sono riempiti di colpo dando vita a un evento emergenziale che ha colpito tutto il territorio modenese, da mesi alle prese con un’altra emergenza di segno opposto, quella della siccità.
“Ma, nonostante gli oltre 63 millimetri di pioggia caduti in sole 24 ore, il sistema di prevenzione e difesa del nodo idraulico della città di Modena ha tenuto: Secchia, Panaro, Tiepido e tutto il reticolato minore hanno registrato livelli altissimi ma non ci sono stati problemi o danni ingenti alle persone e alle cose, salvo puntuali situazioni ricorrenti e conosciute dagli operatori”.
Lo ha comunicato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli che, nel corso della seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 4 maggio, ha informato i consiglieri sulla gestione dell’emergenza maltempo che ha colpito l’Emilia Romagna e sulla sua evoluzione.
“Il punto più delicato – ha spiegato il sindaco – è stato il nodo della Fossalta, dove confluiscono il Tiepido, che è andato ben oltre soglia 3 con un picco di 7,37 metri, e il Grizzaga ma, grazie ai lavori degli ultimi anni, anche qui non ci sono state criticità particolari. E anche la Via Emilia, a differenza degli ultimi eventi, è sempre stata aperta al traffico”. Come ha sottolineato ancora Muzzarelli, “gli interventi sulla zona est, completati nel 2022, si sono rivelati efficaci e per questo occorre continuare a investire sulle opere di sicurezza idraulica e sulla prevenzione e manutenzione del sistema. Il programma di investimenti di Aipo e Regione dedicato al nostro territorio deve andare avanti come priorità assoluta non solo su Secchia e Panaro, e in particolare sulle casse di espansione, ma anche per le opere su Tiepido e Naviglio, nella zona dei prati di San Clemente”.
Il maltempo ha invece causato effetti disastrosi nei territori di Bologna, Ravenna e Faenza, colpiti duramente dagli eventi di piena e alle prese con la gestione di alcune rotture arginali ai quali il sindaco ha espresso la solidarietà della comunità modenese e il cordoglio per le due vittime.
Proseguendo nell’informazione, il sindaco ha riepilogato la sequenza degli eventi con le piogge che hanno assunto un carattere di forte rilevanza tra la sera dell’1 e la mattina del 2 maggio. In seguito all’allerta arancione diramato dall’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio e la protezione civile, il Comune ha attivato il Centro unico di protezione civile di Marzaglia e il Coc, il Centro operativo comunale, insieme ai volontari del Gruppo comunale di Protezione civile che si è attivato su sette turni, con 12 squadre impegnate per un totale di una sessantina di volontari con sei mezzi a motore e cinque motopompe.
Per precauzione sono stati chiusi i ponti (Ponte Alto e dell’Uccellino, Navicello Vecchio e ponte Motta), oggi tutti riaperti, e le porte vinciane a Bomporto. Protezione civile, tecnici comunali e di Aipo, volontari e Forze dell’ordine hanno tenuto costantemente sotto controllo gli argini di Secchia e Panaro. Per tutte le giornate del 2 e 3 maggio è stato operativo un presidio fisso in zona Fossalta, con motopompe per agevolare lo svuotamento di alcune zone cortilive nei dintorni dell’Hoter Rechigi e mantenere così l’equilibrio tra flussi di acqua in transito e il primo territorio circostante.
Annunciando che il picco dell’emergenza è passato, il sindaco ha ringraziato l’intero sistema di Protezione civile, “ancora attivo nella giornata di oggi”, e tutti coloro che hanno gestito l’emergenza: Prefettura, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine e Polizia Locale, Agenzia di Protezione Civile, i soggetti gestori delle reti e delle infrastrutture, gli uffici e gli operatori comunali, il volontariato.
A conclusione dell’intervento, Muzzarelli ha ricordato come il cambiamento climatico, “ormai un’emergenza”, sia alla base di eventi naturali sempre più estremi ed eccezionali che flagellano l’Italia e costano miliardi: “Per contrastarli e per difenderci dai loro effetti, servono cura e manutenzione del territorio, insieme alla riduzione del consumo di suolo. Temi concreti che nel piccolissimo di un’Amministrazione comunale abbiamo provato ad affrontare con il nuovo Pug, il Piano urbanistico generale. Occorre agire e mettere in sicurezza il territorio, non a caso, infatti, gli investimenti per la mitigazione e l’adattamento climatico sono centrali nel Pnrr. Ma è fondamentale lavorare insieme: il Governo e chi è sul territorio e lo conosce come le Regioni, le Province, i Comuni e le Agenzie”.