Il caro energia ha colpito pesantemente le imprese manifatturiere italiane e la bolletta per le aziende del nostro paese è stata la più cara d’Europa. La fotografia arriva da un’analisi effettuata da Confartigianato Lapam. Nell’8,8% dei casi, le ditte hanno riscontrato una riduzione o una sospensione dell’attività, mentre il 70,3% delle imprese indica i rincari energetici tra le criticità del primo semestre del 2023.

L’Italia è quella che ha sofferto di più i rincari per l’energia, con i prezzi di riferimento per le micro e piccole imprese, relative a consumi di energia elettrica fino a 2000 MWh all’anno, che hanno superato del 60% la media dell’Eurozona. Il divario si colloca sui massimi da inizio della serie (2007), superando il precedente picco del 29,7% registrato dieci anni prima (secondo semestre 2012). I maggiori costi energetici hanno rallentato la produzione manifatturiera scesa nel primo trimestre 2023 dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Il calo della produzione nel primo quarto del 2023 rimane meno accentuato rispetto a quello del consumo di energia delle imprese, confermando la tendenza di una maggiore efficienza energetica del sistema manifatturiero italiano.

«Il tema dell’energia ha inciso in modo significativo sulle nostre imprese – ha spiegato Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –. Ora la situazione sembra essere migliorata rispetto a un anno fa, ma rimane comunque troppo elevata rispetto agli standard a cui eravamo abituati. Noi come associazione ci eravamo già mossi con anticipo sviluppando il servizio CenPI, che garantisce assistenza e consulenza, qualificata e costante, finalizzata all’individuazione delle soluzioni migliori per ottimizzare le forniture di energia elettrica, gas e alla risoluzione di problematiche specifiche. Il servizio ogni anno realizza un check up dei consumi e delle fatture assistendo i consorziati in tutti i passaggi. In questo modo abbiamo aiutato e aiutiamo tuttora molte imprese a salvaguardare i loro risparmi».

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