Un’accademia per la lavorazione carni capace di fornire ai giovani nuove competenze e professionalità al servizio di un settore che in provincia di Modena conta 200 imprese e oltre 5 mila addetti. Un polo formativo e tecnologico della macellazione e dei salumi che, oltre ad addestrare i lavoratori, sensibilizzi gli operatori privati e pubblici sulla sostenibilità ambientale, la riduzione degli sprechi, l’economia circolare, l’igiene e sicurezza degli alimenti.
La proposta è del sindacato Fai Cisl Emilia Centrale, che l’ha lanciata in un convegno sul settore lavorazione carni organizzato oggi a Castelnuovo Rangone.
«Oltre ai noti problemi di legalità, sfruttamento dei lavoratori (specie stranieri) e infortuni (ne sono vittime soprattutto i giovani), il settore della lavorazione carni ha un enorme bisogno di figure specializzate che non si trovano. Ecco perché – ha spiegato il segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale Daniele Donnarumma – riteniamo che sarebbe molto utile creare una struttura formativa collocata nel cuore del comparto, coinvolgendo le aziende e le istituzioni.
Un ente di questo tipo potrebbe favorire il ricambio generazionale nelle imprese, diventare un punto di riferimento per la formazione di competenze e professionalità tradizionali e innovative, monitoraggio del comparto, promozione delle eccellenze del territorio, sviluppo e diffusione di innovazione e tecnologia, controllo della sicurezza del lavoro e garanzia di salubrità dei prodotti alimentari».
Il convegno si è concluso con l’intervento del segretario nazionale della Fai Cisl Patrizio Giorni, che ha sottolineato tre sfide per il mondo del lavoro, a partire dalla legalità.
«L’istituzione di un osservatorio apposito dell’Unione Terre dei Castelli è senz’altro una buona iniziativa di tutela dei lavoratori per evitare i fenomeni di dumping illecito – ha detto il sindacalista Cisl – Tuttavia anche sistemi strutturati di relazioni industriali e strumenti contrattuali possono servire a contrastare l’illegalità e valorizzare il lavoro di qualità».
Secondo punto, il tema degli appalti, che «in questi anni ha evidenziato una progressiva destrutturazione del settore con la terziarizzazione di diverse attività, su cui abbiamo proposte importanti in vista del prossimo rinnovo del contratto nazionale con vantaggi sia per i lavoratori che le imprese», ha detto Giorni.
Infine, il tema della formazione, che «rimane strategico sia per l’occupazione giovanile, favorendo il ricambio generazionale, visto che nel settore alimentare il 25% della popolazione supera i 50 anni di età e il 16,5% ha dai 57 ai 62 anni, che per governare l’innovazione tecnologica e abbattere le barriere linguistiche, considerando l’alto numero di immigrati che opera nel settore alimentare e che spesso ha difficoltà ad accedere a servizi e informazioni fondamentali, come quelle per la sicurezza e la salute sul lavoro.
Il tutto deve essere accompagnato da un sistema di relazioni industriali di alto livello capace di trovare soluzioni alle nuove e sempre più complesse esigenze delle persone:
fondamentale in questo senso che anche il settore delle carni partecipi al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, per rappresentare le proprie specificità e – ha concluso Giorni – ricercare soluzioni per uno dei settori che rappresenta un’eccellenza per il nostro made in Italy».