Torna come ogni anno, il 14 giugno, la Giornata Mondiale dedicata alla Donazione. Tale appuntamento rappresenta l’occasione per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena di fare il punto su una pratica indispensabile per sostenere l’attività sanitaria e aiutare realmente chi ha bisogno di aiuto. Il sangue e il midollo osseo, infatti, non possono essere riprodotti o sintetizzati, per questo l’appello ad avvicinarsi al mondo della donazione ha sempre bisogno di un costante richiamo.

La Struttura Complessa di Immuno Trasfusionale del Policlinico di Modena, diretta dal Dottor Giovanni Battista Ceccherelli, è punto di riferimento a livello provinciale per la donazione di piastrine. Nel corso dello scorso anno sono state raccolte 1797 piastrine da singolo donatore, grazie alla disponibilità di circa 830 donatori AVIS. La raccolta è stata effettuata tutti i giorni, escluso i festivi, in base anche alle necessità di supporto dei pazienti

«Per la donazione di piastrine – spiega il Dottor Ceccherelli – è in vigore un accordo con AVIS provinciale affinché la raccolta si faccia in Policlinico e non nelle sedi dell’associazione dei donatori di sangue. Questo perché più o meno ogni anno necessitiamo più o meno di un numero tra le 1800 e le 2000 piastrine da donatore singolo, non un numero particolarmente elevato. Nella nostra struttura possiamo contare su   spazi, macchine e poltrone sufficienti per gestire la raccolta».

Le piastrine, spiega ancora il Direttore dell’Immuno Trasfusionale, «sono alla base della coagulazione e rappresentano la prima difesa in caso di perdita di sangue, emorragia, taglio. Sono delle cellule indispensabili e salvavita. Si recuperano con determinate macchine da aferesi che sono più o meno le stesse utilizzate per le cellule staminali, ma si possono ricavare anche dal sangue in toto che può essere scomposto nei suoi tre emocomponenti essenziali: Globuli rossi concentrati, plasma e piastine. In generale si prediligono piastrine da singolo donatore per pazienti ematologici che vanno incontro a  numerose trasfusioni. Per i pazienti occasionali utilizziamo invece pool di piastrine ricavati dalla donazione di sangue in toto, che si ottengono da cinque donatori diversi».

In vista della Giornata Mondiale del Donatore, l’AOU di Modena ha organizzato lo scorso mercoledì, 7 giugno, una diretta Facebook di approfondimento sul tema, in cui oltre al dottor Ceccherelli sono state raccolte le testimonianze di Cristiano Terenziani, presidente provinciale di AVIS, e Filippo Bernabei, consigliere di ADMO Emilia Romagna (il video è disponibile al link https://tinyurl.com/4zuf4m6x). Mercoledì 14, invece, sui canali social aziendali, saranno pubblicate delle video testimonianze raccolte da alcuni donatori modenesi, per sensibilizzare ulteriormente le persone ad avvicinarsi al dono e supportare il prezioso lavoro del mondo associativo che gravita attorno agli ospedali del Policlinico e di Baggiovara. Ricordiamo che si può essere donatori di sangue tra i 18 e i 65 anni con un peso corporeo di almeno 50 chilogrammi, mentre ci si può iscrivere al registro dedicato al midollo osseo tra i 18 e i 35 anni, con possibilità di essere chiamati a dare il proprio contributo fino al 55esimo anno di età.

«La sicurezza per il donatore – conclude Giovanni Battista Ceccherelli – è garantita dagli esami e dalle visite mediche che vengono fatti sia per iscriversi all’associazione, sia a ogni donazione perché bisogna avere tutte le carte in regola per poter donare. I medici della Associazione di Volontariato  sono formati in parte anche dal servizio trasfusionale, con il quale collaborano in maniera stretta. A questo si aggiunge l’evidenza che il donatore è una persona che segue un certo stile di vita, evita dunque determinate malattie figlie di abitudini senza regole. Oltre a questi presupposti è obbligo di legge che tutte le unità donate siano sottoposte a una serie di esami cosiddetti di Qualificazione Biologica che a Modena sono eseguiti presso il  Servizio Trasfusionale, Questo passaggio è indispensabile  a rendere idonea la sacca ad essere utilizzata. Stiamo parlando di esami che vengono effettuati sul sangue del donatore, prelevato mediante apposite provette contemporaneamente alla donazione stessa. Quando la sacca risulta negativa a tutti gli esami previsti dalla legge, è pronta ad essere utilizzata. C’è quindi una elevata sicurezza che l’emocomponente eventualmente trasfuso non trasmetta malattie infettive. Negli ultimi dieci anni grazie a un miglioramento delle competenze non si sono presentati casi di epatiti B o C o HIV tramite sangue donato».

 

 

 

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