Nell’ambito della costante azione di controllo economico del territorio, è stato rafforzato il dispositivo presso il quartiere San Leonardo dove le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Parma hanno sottoposto a sequestro 100 prodotti non a norma esposti in vendita in un noto grande magazzino gestito da un cittadino di nazionalità cinese.

In particolare, i militari del Gruppo di Parma durante un’ispezione hanno individuato numerosi capi di abbigliamento prodotti in Cina ma recanti il tricolore o la dicitura “Made in Italy”, simbolo della tradizione sartoriale italiana, applicati artificiosamente e con il fine specifico di trarre in inganno il consumatore sulla reale origine e manifattura della merce. Di conseguenza, il legale rappresentante della società è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Parma per violazione dell’art. 517 del codice penale, norma che sanziona chi pone in vendita prodotti recanti marchi o segni distintivi fallaci.

Inoltre, sono stati rinvenuti prodotti non conformi alla normativa posta a tutela del consumatore. Infatti, sugli scaffali era presente, pronta per essere acquistata dai clienti, oggettistica totalmente priva delle indicazioni obbligatorie e prescritte dal Codice del Consumo, quali: la denominazione merceologica del prodotto, il nome e il marchio del produttore, il Paese di origine, l’eventuale presenza di sostanze nocive, i materiali impiegati nella produzione e le avvertenze sull’utilizzo. Le Fiamme Gialle hanno altresì scovato attrezzatura destinata allo sport per bambini priva non solo delle indicazioni minime obbligatorie ma anche della marcatura CE, dunque non conformi ai requisiti in materia di sicurezza, salute e tutela dell’ambiente previsti dall’Unione Europea. Per tali violazioni al rappresentante legale è stata elevata una sanzione amministrativa di oltre 4.000 euro.

L’attività di servizio nello specifico settore è finalizzata sia a tutelare la produzione nazionale attraverso il contrasto alle filiere illecite del falso “Made in Italy” che si insinuano nel settore tessile italiano, sia a prevenire la commercializzazione di prodotti non conformi agli standard stabiliti dalla legge e di conseguenza nocivi per la salute dei consumatori.

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