L’Emilia-Romagna si conferma Regione leader in Italia per l’innovazione: è quanto emerge dall’edizione 2023 dell’Innovation Scoreboard della Commissione Europea, il rapporto biennale che dal 2001 fa il punto sullo stato dell’innovazione continentale, individuando punti di forza, debolezza e tendenze. Sono coinvolte 239 regioni dei 27 Stati membri dell’UE, cui si aggiungono quelle di Norvegia, Serbia, Svizzera e Regno Unito.
L’analisi offre un duplice punto di vista: uno esterno, con cui comparare i risultati dell’Unione Europea rispetto al resto del mondo, e uno interno, in cui individuare le eccellenze europee e i territori che invece devono recuperare terreno.
“I risultati attestati dal Report dell’Unione Europea ci confermano in una posizione di vertice in Italia, a riprova delle politiche di investimento che stiamo portando avanti con il piano Data Valley Bene Comune- commentano l’assessora all’Agenda digitale e Ricerca, Paola Salomoni, e allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla-. Il documento ci definisce una ‘sacca di eccellenza’ in un Paese, l’Italia, che purtroppo stenta a tenere il passo delle realtà più avanzate e anzi nell’ultimo anno ha visto peggiorare i suoi indici. Per questo motivo- continuano gli assessori- a darci fiducia è soprattutto il fatto che stiamo innovando più rapidamente rispetto alla media nazionale ed europea. Il nostro prossimo obiettivo è riuscire ad avvicinarci a chi guida questa classifica a livello continentale”.
Il documento sottolinea la peculiarità dell’Emilia-Romagna di essere un’eccellenza in un territorio nazionale che non lo è, fenomeno che si ripete per esempio nell’area di Praga in Repubblica Ceca, di Budapest in Ungheria o nei Paesi Baschi in Spagna.
In particolare l’Emilia-Romagna è un innovatore forte, con risultati migliorati del 15,8% rispetto al 2016. I suoi punti di forza sono le pubblicazioni scientifiche internazionali, l’elevato numero di pubblicazioni pubblico-privato, il design delle applicazioni e la vendita di prodotti innovativi.
Il rapporto 2023
Nel periodo 2016-2023 in Europa c’è un miglioramento nell’innovazione pari all’8,5% con 25 nazioni che hanno visto crescere i loro risultati, anche se gli ultimi anni hanno segnato un rallentamento. Nell’ultimo anno poi 20 Stati membri hanno registrato un aumento significativo delle loro capacità di innovazione mentre solo sette hanno osservato un calo (tra queste ultime, l’Italia). Nonostante i progressi però, i divari tra i Paesi rimangono persistenti, con quelli più arretrati che tendono a migliorare meno rapidamente della media dell’UE.
Da un punto di vista regionale le aree più innovative sono quasi sempre in nazioni innovative, pur con qualche positiva eccezione come quella già citata dell’Emilia-Romagna. A livello globale, l’UE sta ancora andando leggermente meglio della Cina e sta colmando il divario di prestazioni con l’Australia, mentre la distanza con il Canada, la Repubblica di Corea e gli Stati Uniti si è ampliata.
I leader dell’innovazione sono Danimarca, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi e Belgio, con prestazioni pari al 125% della media europea. Seguono Austria, Germania, Lussemburgo, Irlanda, Cipro e Francia: le loro prestazioni sono comprese tra il 100% e il 125% della media europea. Sono considerati innovatori moderati con valori compresi tra il 70% e il 100% della media dell’UE Estonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Italia, Spagna, Malta, Portogallo, Lituania, Grecia e Ungheria. Sotto il 70% della media restano Croazia, Slovacchia, Polonia, Lettonia, Bulgaria e Romania.
Risulta evidente come l’innovazione è più avanzata nell’Europa nord-occidentale, mentre il sud e l’Europa orientale faticano maggiormente.
Complessivamente le regioni europee leader sono 36, i forti innovatori sono 70 regioni, gli innovatori moderati sono 69 regioni e infine i cosiddetti emergenti sono 64. Gran parte delle regioni italiane sono innovatrici moderate con l’eccezione tre innovatori forti: nell’ordine Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento (101^, 102^ e 104^ posizione).