Alla Riserva della Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano 4 milioni di euro per contrastare i cambiamenti climatici Un grande finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, pari a 4 milioni di euro, arriva alla Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano che ora comprende 80 comuni nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Massa Carrara, Lucca, La Spezia. La nuova più ampia dimensione è stata determinante Analogo finanziamento per le grandi Riserve di Biosfera Po Grande, Collina Po e Ticino e Cilento.

È stato, pubblicato il 10 luglio dal Ministero dell’Ambiente e un bando che riconosce fondi dedicati a favore dei comuni che rientrano nel Programma Unesco “Man and the Biosphere” di cui qui coordinatore, per quella localizzata tra Emilia, Toscana e Liguria, è il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano insieme alle regioni Emilia e Toscana Ora il Parco, dopo un incontro con le Regioni dovrà redigerà una proposta di criteri e priorità degli interventi, per evitare la polverizzazione delle risorse. I progetti andranno presentati entro il 30 settembre. “L’assegnazione di oltre 4 milioni di euro alla nostra Riserva di Biosfera quantificata in base a popolazione e superficie è una splendida notizia – commenta Fausto Giovanelli, coordinatore della Riserva di Biosfera Mab dell’Appennino tosco-emiliano –. Il governo riconosce alle Riserve di Biosfera e ai comuni che ne fanno parte un nuovo ruolo, oltre la missione quella etico-civile, culturale e ambientale propria dell’Unesco. Le Riserve di Biosfera nate sulla scorda del Progetto Mab dell’Unesco sono scelte come partner per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici in quanto coinvolgono comunità e ambiti economici che oggi sono chiamati ad essere protagonisti di una transizione ecologica che porti a riequilibrare il rapporto uomo-biosfera. Grazie a questo finanziamento le Riserve della Biosfera possono concretamente iniziare ad essere qui laboratori di sviluppo sostenibile che Unesco auspica realizzino in tutto il mondo attraverso il riconoscimento connesso al programma Mab”. Il programma “Siti naturali Unesco per il Clima 2023”, in base alle finalità espresse dalla legge, finanzierà proposte progettuali, finanziabili al 100%, dovranno essere riferite alle seguenti cinque tipologie di intervento: adattamento ai cambiamenti climatici; efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico; realizzazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile; gestione forestale sostenibile; innovazione tecnologica per il supporto alla prevenzione e al governo degli incendi boschivi. Si tratta di risorse derivanti dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2, di cui al decreto 31 dicembre 2020, n. 280, che saranno assegnate ai diversi enti gestori per finanziare progetti presentati dai Comuni che fanno parte dei territori tutelati come siti Unesco.

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