Nei giorni scorsi, la Polizia Locale è intervenuta in zona Lungo Savena, vicino alle vie Pavese e Ardigò, in un’area di insediamenti abusivi che durante l’alluvione di maggio avevano richiesto l’intervento di un elicottero per mettere in sicurezza le persone che li occupavano. Al momento dell’intervento non erano presenti persone e i manufatti, in gran parte abusivi, erano ancora pieni di fango e presentavano crescita di arbusti, il che fa pensare che dopo l’evacuazione di maggio non siano stati più rioccupati.
La zona è raggiungibile solo tramite uno stretto sentiero e, dopo aver atteso che il livello del Savena scendesse sufficientemente, la ditta incaricata ha dovuto costruire un guado per fare arrivare i mezzi che procederanno alla demolizione e ripulitura della zona. Inoltre sono state individuate e messe in sicurezza 7 bombole di Gpl.

Anche il sindaco Matteo Lepore e la Capo di Gabinetto Matilde Madrid nella giornata di ieri hanno effettuato un sopralluogo nella zona, insieme alla Polizia Locale.

Questo è solo l’ultimo di una serie di interventi avvenuti, lontano dai riflettori nei mesi scorsi, per ripristinare la vivibilità di alcune zone della città, dopo aver individuato le persone che vivono in queste situazioni di estremo degrado e, laddove necessario, avere offerto loro una soluzione per abbandonare luoghi che, in alcuni casi, sono anche pericolosi per la vicinanza ai corsi d’acqua.
Si tratta di un nuovo metodo di lavoro che, con il coordinamento della Capo di Gabinetto e delegata al Progetto sicurezza integrata Matilde Madrid e dell’assessore Luca Rizzo Nervo, vede la collaborazione di Polizia Locale, Gabinetto del Sindaco, Dipartimento Welfare, Area coesione sociale di ASP e – durante le operazioni – anche di Hera per la rimozione dei rifiuti.

Gli altri interventi
Lo scorso 13 luglio si è intervenuti in zona Savena: prima al parco Alvaro, a seguito di una segnalazione di una cittadina, successivamente lungo il Savena sotto l’Ospedale Bellaria (Parco Carlo Urbani), dove sono state rimosse tre tende da campeggio posizionate su di un’area già interessata dall’alluvione. In questo caso non erano presenti persone.

Il 30 marzo, diverse pattuglie della Polizia Locale sono intervenute in un’area di circa 23 mila metri quadri, all’altezza di via Terracini, insieme a una ditta specializzata per rimuovere abitazioni di fortuna e raccogliere i rifiuti. Al termine della giornata sono stati recuperati 16.630 kg di rifiuti, circa 30 quintali di ruderi di biciclette, 4 bombole del gas e 13 batterie.
Nelle settimane precedenti le due persone che vivevano nell’insediamento, già da tempo seguite dagli operatori sociali delle unità mobili, erano state ricontattate dai servizi sociali e gli era stata offerta accoglienza nelle strutture disponibili.

Il 28 marzo gli agenti della Polizia Locale erano intervenuti in un’area di proprietà comunale in via Emilia Ponente nel quartiere Porto Saragozza. Al termine delle operazioni la zona era stata ripulita da circa 7 mila kg di rifiuti.
L’intervento degli agenti si era reso necessario sia perché era stato segnalato un allacciamento non in sicurezza in un palo della rete elettrica all’interno dell’area, sul quale si è intervenuti con l’ausilio di personale Enel, sia per coadiuvare la movimentazione dei mezzi Hera intervenuti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Infine era stato chiuso l’accesso tra questa area comunale e la vicina area privata.

Il 23 marzo gli agenti erano intervenuti per un’attività di rimozione di piccoli accampamenti e pulizia in un’area pubblica all’altezza del Lungo Reno, dove erano stati raccolti circa 5.240 kg di materiali e rifiuti.
L’operazione si era svolta in due aree distinte nella zona di via Agucchi. Nella prima, vicino all’impianto idrico di Hera, c’erano 14 strutture di fortuna, di cui alcune in condizioni di potenziale pericolo. Infatti, erano state trovate canne fumarie e una bombola di Gpl parzialmente piena, poi consegnata alla ditta specializzata per il recupero.
Nella seconda area, vicino al fiume dietro a un concessionario auto, gli agenti avevano individuato una struttura e una cassetta di sicurezza, posta sotto sequestro penale per ricettazione. In entrambi i casi non erano state individuate persone presenti al momento dell’intervento.

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