Il comparto della frutticoltura lancia un grido d’allarme e chiede al Governo di intervenire con urgenza. Lo scorso mese di aprile le gelate hanno colpito in maniera massiccia il settore in Emilia-Romagna: un’ondata di aria polare si era abbattuta sulle coltivazioni in campo, con perdite che per alcune produzioni si aggirano attorno al 70% (albicocche) e che in alcune zone e alcuni prodotti, come le pere, sono arrivate fino all’80%.
È netto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi: “Parliamo di milioni di euro di danni. Siamo seriamente preoccupati perché qui la situazione è molto grave: ho scritto più volte al Governo elencando i problemi e le necessità, abbiamo fatto diversi incontri con il ministero, abbiamo interessato la Commissione nazionale Politiche agricole, presentato documenti condivisi con tutte le associazioni del territorio e scritto a tutti i Parlamentari eletti in Emilia-Romagna ma ancora nessuna risposta. La frutticoltura dell’Emilia-Romagna ha bisogno di sostegno altrimenti molte aziende rischiano di chiudere. La Regione, nel frattempo ha cercato di fare la propria parte: abbiamo messo a disposizione 5 milioni di euro per l’acquisto di strumenti antibrina per contrastare le perdite delle produzioni frutticole in caso di gelate tardive”.
Sugli antibrina erano già stati investiti circa 12 milioni di euro negli anni precedenti: si tratta di sistemi che hanno sortito effetti positivi, salvaguardando quote di produzione in caso di gelate. Con queste risorse si finanzia fino al 70% delle spese sostenute dalle aziende che hanno deciso di utilizzare gli impianti.
Nel 2020 e nel 2021, dopo la richiesta della Regione Emilia-Romagna, per le gelate che colpirono i frutteti fu derogata la legge 102 e furono stanziati quasi 100 milioni di euro da parte di Parlamento e Governo nazionale di quei periodi.
Oltre alle gelate di aprile, a colpire l’intero settore una serie di cause: i fenomeni alluvionali e franosi di maggio, le fitopatie e altri effetti generati dai cambiamenti climatici. E ancora le grandinate di luglio, che hanno danneggiato pesantemente le colture e il settore vitivinicolo.
I numeri del comparto
Complessivamente l’ortofrutta dell’Emilia-Romagna nel 2022 ha generato una produzione lorda vendibile di 1,2 miliardi di euro, su una superficie coltivata di 56.691 ettari. Il sistema ortofrutticolo regionale è caratterizzato da un elevato processo di aggregazione: circa il 50% dei produttori regionali aderisce a una Organizzazione di Produttori (a fronte di una media nazionale ed europea del 35-40%).
L’agroalimentare in Emilia-Romagna vale 5,8 miliardi di euro, e aveva registrato nel corso del 2022 un aumento su base annua di 455 milioni di euro, pari a un incremento dell’8,5%.
L’export agricolo e alimentare dell’Emilia-Romagna è a quota 9,3 miliardi, un dato straordinario. Solo le Dop e le Igp valgono più di 3 miliardi di euro.
“Sono settori da sostenere- chiude l’assessore Mammi- perché garantiscono la sicurezza alimentare sulle nostre tavole, importanti produzioni di eccellenza nazionale, reddito per le imprese e posti di lavoro. I nostri appelli di aiuto non possono cadere nel vuoto: serve un sostegno all’agricoltura dell’Emilia-Romagna per tutelare e proteggere un’importante quota di produzione primaria del nostro Paese”.