“Con questa 44esima edizione, la Giareda rinnova i suoi significati – religioso, civile, culturale, economico – che possono essere contenuti in una sola parola: comunità”, ha detto stasera il sindaco Luca Vecchi, durante l’inaugurazione della Sagra di Reggio Emilia.
Il sindaco si rivolgeva a visitatori, esercenti, artigiani e autorità, fra le quali il prefetto Maria Rita Cocciufa, l’arcivescovo Giacomo Morandi, il presidente della Provincia Giorgio Zanni e quello della fabbriceria del Tempio della Ghiara Gino Farina, l’assessora alla Valorizzazione del Centro storico, Attività produttive e Commercio Mariafrancesca Sidoli e il priore della Comunità dei Servi di Maria della Ghiara, padre Cesare Antonelli.
“La Giareda ha sicuramente forti radici nella tradizione della nostra città – ha aggiunto il sindaco – ma non manca, anche quest’anno, di includere, accanto a un forte senso di appartenenza, una propensione a innovare, grazie alla capacità dei suoi promotori e affezionati frequentatori, cioè le cittadine e i cittadini di Reggio Emilia, di far dialogare tradizione e cambiamento. Anche per queste caratteristiche, la Giareda è tipicamente la festa della nostra città.
“Anche i luoghi, in particolare quelli pubblici, sono parte della comunità, perché le permettono di vivere e la raccontano – ha proseguito il sindaco – I luoghi di solito dicono tanto delle persone che li abitano. Vale anche per i luoghi della Giareda che si articola, accanto all’antica e splendida basilica, lungo un percorso che va da porta Santo Stefano di fatto a porta Castello: un sistema non solo di strade e piazze importanti, ma prima ancora di luoghi con significati importanti, di spazi che le diverse recenti riqualificazioni e iniziative hanno inteso valorizzare e dedicare maggiormente alle persone.
“Le antiche piazze Gioberti, Roversi, della Legna e di porta Castello sono tornate ad essere appunto piazze, luoghi di sosta, di incontro e ritrovata qualità urbana, grazie a progetti innovativi, che hanno risposto sia alla necessità di valorizzazione del passato e sia ai bisogni e stili di vita contemporanei.
“Ancora una volta dunque – ha conclusi il sindaco – dialogo fra tradizione e innovazione, un dialogo pacifico, che non potrà non accompagnare i giorni della nostra Giareda”.