“Dei sette incarichi da medico di medicina generale pubblicati in città ne sono stati assegnati tre, ma confidiamo nel fatto che entro fine anno vengano conferiti anche i quattro incarichi ancora vacanti. Va però ricordato che gli assegnatari possono liberamente decidere dove aprire l’ambulatorio all’interno dell’ambito territoriale unico del Comune di Modena, frazioni comprese”.
Lo ha detto l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, riportando le informazioni ricevute dall’Ausl, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 12 ottobre rispondendo all’interrogazione della consigliera del Pd Mara Bergonzoni sulla preoccupazione dei cittadini di Portile e Paganine per la futura mancanza dei medici di base. La consigliera ha chiesto in particolare se il Comune ha una mappatura per l’assistenza medica delle due frazioni, “se e in che modo questa Amministrazione può agevolare la risposta ai cittadini delle due frazioni relativamente alla conferma del presidio mantenuto per tanti anni dai medici”.
L’assessora Pinelli, precisando che in termini di assistenza medica il Comune può solo vigilare e segnalare problemi senza poteri di intervento, ha evidenziato che “non è pertanto possibile all’Amministrazione dare risposte in merito alla conferma o meno del presidio medico nelle frazioni di Portile e Paganine”. Sulla situazione specifica, l’assessora ha riepilogato che “è attualmente presente un unico medico di medicina generale, che non ha la possibilità di accogliere altri pazienti, così come nella vicina frazione di San Damaso. Sul territorio comunale c’è possibilità di assistenza presso altri ambulatori, anche se un po’ meno vicini – ha aggiunto – per esempio è presente una Medicina di gruppo in strada Vaciglio centro, a distanza di circa 6 chilometri dalle due frazioni, dove lavorano quattro medici ed è garantita l’apertura giornaliera dalle 8.30 alle 19”.
Pinelli, riportando le informazioni ricevute, ha quindi osservato che, “nell’attuale panorama regionale e nazionale di grave carenza di professionisti, compresi i medici di medicina generale, la copertura dei territori più periferici sta progressivamente diventando problematica. L’Azienda Usl – ha spiegato – programma la sostituzione dei medici di medicina generale cessanti, per sopraggiunti limiti di età o per dimissioni volontarie, provvedendo a pubblicare le cosiddette ‘zone carenti’ secondo le indicazioni della Regione; ma se si considera l’intera Provincia, nel mese di luglio sono stati assegnati solo sei incarichi rispetto a 52 banditi”.
Pinelli ha ricordato che “la città di Modena, fino a oggi, ha sempre visto l’assegnazione di tutti gli incarichi tra il primo turno di assegnazione, in luglio, e il secondo, in ottobre. Nella maggior parte dei casi, gli assegnatari privilegiano la zona cittadina, soprattutto perché i medici neo-convenzionati scelgono di gestire l’ambulatorio in associazione con altri colleghi, costituendo le cosiddette Medicine di gruppo, in cui è possibile condividere spazi e personale di supporto, garantire la mutua sostituzione in caso di assenza e un’ampia copertura oraria giornaliera”.
L’assessora ha infine aggiunto che l’Ausl “si sta adoperando per studiare soluzioni organizzative innovative che consentano di garantire un’assistenza sanitaria adeguata anche in assenza di prossimità dell’ambulatorio, ad esempio attraverso lo sviluppo della telemedicina e dell’infermieristica di comunità, e negli anni ha consolidato l’assistenza domiciliare per i pazienti più fragili o con impossibilità di spostamento”.
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE
L’interrogazione della consigliera Mara Bergonzoni del Partito democratico sulla presenza dei medici di medicina generale nelle frazioni di Portile e Paganine, alla quale ha risposto l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, è stata trasformata in interpellanza.
Aprendo il dibattito, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha spiegato che “il problema non riguarda solo Portile e Paganine ma è generalizzato: i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta sono pochi”. Il motivo risiede “in una scarsa programmazione da parte dello Stato e in prolungati tagli delle risorse per la sanità. Solo l’attuale Governo sta provando a invertire la tendenza, incrementando i fondi”. Insomma, la situazione “è esplosiva e nei prossimi anni peggiorerà, con un ulteriore calo di decine di migliaia di medici”.
Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) ha invitato l’Amministrazione comunale “a una rinnovata azione di stimolo verso l’Ausl e gli organismi sanitari: l’assenza dei medici è ancora più significativa nelle aree periferiche del territorio. Non ci si può limitare a una ‘presa d’atto’”. Rilevando il problema del “mancato coinvolgimento dei dottori nel collocamento sul territorio”, ha proposto alcune soluzioni come, per esempio, “l’implementazione dell’assistenza sanitaria con modalità innovative”.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha rilevato che “il fenomeno di accentramento dei medici di medicina generale nelle aree più popolate della città è distante dall’idea di Modena che abbiamo, ovvero di una città con la presenza di servizi di prossimità, come indicato nel Pug”. Occorrono quindi politiche “che favoriscano una presenza dei medici sul territorio in maniera organica, prevedendo cioè una suddivisione delle aree”. In parallelo, a livello nazionale è necessario “rifinanziare la sanità pubblica”. Anche Alberto Bignardi si è concentrato “sulla prossimità come elemento per la presenza dei medici di medicina generale sul territorio” e ha auspicato, quindi, “che Comune e aziende sanitarie possano riflettere insieme sulla presenza dei medici sul territorio”. Allargando il discorso, comunque, è necessario “che la quota di questi professionisti aumenti, nell’ottica di una sanità che sia davvero universale: il primo passo è eliminare il numero chiuso dalle facoltà universitarie di Medicina”.
Paola Aime (Europa verde – Verdi) ha invitato il Governo e la Regione “ad attivarsi maggiormente per risolvere una questione annosa, a partire dall’aggiornamento dei contratti nazionali, con l’obiettivo di aumentare la presenza dei medici di medicina generale”. Sottolineando la “singolarità” legata al fatto che alcuni dottori rifiutino possibili collocazioni, anche la consigliera ha invitato “a coinvolgere maggiormente questi professionisti nella definizione dei percorsi per la loro presenza sul territorio”.
In replica, la consigliera Bergonzoni si è detta “non completamente soddisfatta degli elementi forniti dall’Ausl perché non viene garantita una soluzione completa e definitiva al problema”. Precisando che “la situazione preoccupa ed è da monitorare” in quanto rappresenta una conseguenza della scarsità di medici, ha suggerito intanto “di prevedere azioni di sostegno per i residenti di Portile e Paganine che intendono spostarsi verso dottori collocati in altre aree della città”.
Anche l’assessora Pinelli è intervenuta nel dibattito. Dopo aver ribadito “l’azione di vigilanza del Comune”, ha auspicato che in futuro l’ambito di assegnazione per la città di Modena si suddivida in più aree territoriali”. Nel frattempo, una soluzione di valore “anche per le persone fragili”, ha aggiunto, è costituita dall’eventuale apertura futura di nuovi punti infermieristici di comunità, come i tre attivati di recente dall’Ausl alla Polisportiva San Faustino in via Wiligelmo, nella sede dell’ex aeronautica in via Minutara e alla Casa della Comunità in via Montalcini.