Sono terminati i lavori di pulitura e restauro del monumento dei Concordi che hanno riportato al pieno splendore uno dei beni archeologici più preziosi della città, collocato all’interno del parco del Popolo.

I lavori di pulitura, a cura dell’Amministrazione comunale, sono durati circa un mese e mezzo, per un costo di circa 26mila euro, necessario per valorizzare il complesso funerario di epoca romana, bisognoso di interventi per riportare alla luce dettagli che sia il tempo, sia una serie di atti vandalici avevano quasi completamente oscurato.

Per evitare il ripetersi di tali spiacevoli episodi, intorno al monumento, su richiesta della Soprintendenza, è stata predisposta una recinzione temporanea antivandalismo, in attesa di un intervento di protezione più strutturato e dei lavori di ripristino della copertura.

“Siamo lieti di restituire alla città e al decoro dovuto un monumento di assoluto rilievo per la nostra storia e per l’archeologia – commentano gli assessori Annalisa Rabitti (Cultura) e Nicola Tria (Lavori pubblici) – Un intervento necessario, per altro sollecitato da cittadini e Consiglio comunale, e che la città attendeva, a cui, d’intesa con la Sovrintendenza, seguiranno ulteriori azioni di tutela e valorizzazione. Questo bene culturale, caro ai reggiani, dalla cornice del parco del Popolo dialoga con le sezioni archeologiche e artistiche del vicino Palazzo dei Musei, oltre che con la trama verde del parco da cui risalta e con il tessuto urbano circostante ricco di emergenze, quali i teatri Municipale Valli e Ariosto, la sede universitaria di palazzo Dossetti. Dopo la cura del Comune, ora servirà un atteggiamento di rispetto e attenzione, che eviti altri episodi spiacevoli di imbrattamento e maleducazione”.

Il monumento ai Concordi e il processo di valorizzazione saranno protagonisti – sabato 11 novembre alla Biblioteca delle Arti – dell’incontro ‘Lavori in corso al monumento dei Concordi’ nell’ambito dell’iniziativa curata dai Musei civici ‘Dallo scavo al museo’.

Il recinto funerario della gens Concordia fu rinvenuto nell’estate del 1929 durante lo scavo di un canale derivatore della bonifica Parmigiana – Moglia in località Goleto di Boretto. Si tratta di una delle più interessanti espressioni del rilievo funerario romano di tutta l’Italia settentrionale.  La stele centrale presenta la dedica a due fratelli, Caio Concordio Primo e Caio Concordio Rheno, che avevano ricoperto magistrature pubbliche nella colonia di Brixillum (Brescello), centro di grande prosperità in epoca romana con vocazione di emporio lungo il Po. Vi sono ricordate anche due donne, Concordia Festa e Munatia Rufilla, esponenti della medesima famiglia. Si possono apprezzare anche bassorilievi e sculture di notevole pregio stilistico, come il rilievo delle quattro stagioni o rappresentazioni di divinità pagane, che rimandano alla caducità della vita e al viaggio ultraterreno dei defunti. Il monumento si data alla prima età imperiale (circa 60-70 d. C.).

L’ampiezza del recinto, che circoscriveva un’area di circa novanta metri quadrati, probabilmente era dovuta alla funzione di ustrinum del complesso, vale a dire di area concepita per allestire le pire dove i parenti bruciavano i corpi dei loro cari defunti. Le ceneri venivano poi raccolte entro urne deposte nel vicino sepolcro.

L’allora sovrintendente alle antichità d’Emilia, Salvatore Aurigemma, dispose il trasporto e la ricostruzione nei giardini pubblici di Reggio Emilia nell’anno successivo (1930), per garantirne un’adeguata valorizzazione all’interno di una cornice botanica sempreverde, capace di far risaltare in ogni stagione la bellezza e il candore del marmo botticino.

L’importanza del monumento fu confermata ed esibita qualche anno più tardi nella Mostra Augustea della Romanità, realizzata all’EUR nel 1937 per la commemorazione dei duemila anni dalla nascita dell’imperatore, dove, in sintonia con la propaganda fascista di quegli anni, si esponevano oggetti capaci di enfatizzare la grandezza di Roma. Fu scelto anche il recinto della famiglia dei Concordi.

La copertura in legno e vetro poggiante su pilastri in cemento, posizionati a suggerire l’ampiezza del recinto, è stata realizzata nel 2005 per la protezione del manufatto dalle intemperie e per potenziarne la visibilità. Le panchine poste lungo il perimetro hanno la funzione di creare uno spazio didattico per accogliere le classi e i visitatori.

Nell’arco di un anno scolastico sono circa 1500 gli studenti che visitano il monumento nell’ambito del progetto che li conduce alla conoscenza dell’antica Regium Lepidi.

 

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