Un libro sulle utopie di un architetto visionario che da San Cesario, dove sono ancora esistenti i prototipi delle sue iconiche strutture create con la tecnica del Binishell, a Tokyo fino alla Luna ha progettato piramidi e cupole con strutture sottili in calcestruzzo, esito finale dell’evoluzione delle strutture voltate, con risultati ad oggi forse ancora insuperati, con una ridefinizione radicale dei modi di abitare e lavorare.

Dante Bini sarà l’ospite d’onore della presentazione del volume dedicato alla sua architettura visionaria Dante Bini. Costruire l’utopia, Interlinea Edizioni (2023), che si terrà giovedì 16 novembre alle ore 18 nella Sala Consiliare di Villa Boschetti, a San Cesario sul Panaro, in corso Libertà 49.

Il volume, realizzato da Francesca Albani, Carlo Dusi e Alessandro Cavallo, racconta e indaga sulla affascinante ricerca costruttiva e architettonica e la sua creatività geniale. La presentazione sarà anche l’occasione per illustrare le proposte dell’Amministrazione Comunale e della Regione Emilia-Romagna per il recupero e la valorizzazione delle strutture presenti anche a San Cesario sul Panaro.

Interverranno nel corso della presentazione Mauro Felicori, Assessore alla Cultura e al Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Francesca Tomba, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Francesco Zuffi, Sindaco di San Cesario sul Panaro, Matteo Gambaro, professore Dipartimento ABC del Politecnico di Milano, Riccardo Giacobazzi, Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Modena.

“Questo evento rappresenta un momento di grande valore per il nostro territorio – il commento del Sindaco di San Cesario Francesco Zuffi -. La ricerca del Politecnico sul sito di San Cesario dimostra l’importanza di valorizzare la storia delle nostre terre e le eccellenze che caratterizzano le nostre comunità. Vogliamo che la pubblicazione di questo volume rappresenti il punto di partenza di una valorizzazione del sito, con l’obiettivo di portare valore a tutto il territorio. Ci tengo a ringraziare, a nome di tutta la comunità di San Cesario, i Professori Dusi e Albani e l’Architetto Cavallo per il lavoro svolto che porta alla luce una storia importante per questo pezzo di San Cesario”.

“Benché da decenni viva e lavori in California – aggiunge l’Assessore alla Cultura e al Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori -, Dante Bini è un grande delle nostre terre, qui si è formato, qui ha iniziato la sua attività di architetto, qui ha inventato e sperimentato quella magia che sono le Binishell. Merita dunque che sia conosciuto in Emilia-Romagna al di là degli ambienti specialistici, dove è ovviamente considerato una autorità internazionale. Seminari come questo mirano a questo scopo e per questo vanno apprezzati”.

Dante Bini e il Binishell

Nato il 22 aprile 1932 a Castelfranco d’Emilia, Dante Bini una volta diplomato, progettò una serie di edifici innovativi prima di interessarsi alle cupole e alle cupole a guscio sottile. Dante Bini studia il design delle strutture a guscio sottile notando un grande limite: il costo ed il lavoro delle intelaiature per costruire questi edifici era di diverse volte superiore agli edifici stessi. Dopo aver preso coscienza di ciò cercò di ideare un modo tutto nuovo di costruire. Iniziò a sperimentare in un lotto di terreno della sua famiglia e nel 1965 riuscì a costruire il suo primo guscio di cemento, una cupola di diametro di 12 metri, seguita da altri prototipi, proprio nel territorio di San Cesario sul Panaro, in via Castel Leone. Questo periodo di sperimentazione mise d’avanti a Dante Bini anche altri diversi problemi come la distribuzione non uniforme del calcestruzzo bagnato a causa del gonfiaggio asimmetrico. Il primo prototipo migliorato risale al 1967. Il progetto che Bini presentò alla Columbia University si trattava di una grande cupola costruita soltanto usando la pressione dell’aria facendo a meno di ponteggi di legno. La tecnologia che aveva messo a punto l’architetto di Castelfranco era molto semplice ma efficace e le cupole che ne derivarono presero il nome di Binishell. Per prima cosa veniva costruita una fondazione circolare su cui veniva collaudata una prima pneumoforma. Questa veniva poi testata gonfiandola e successivamente ripiegata secondo uno schema prestabilito. Su questa pneumoforma veniva poi aggiunta una matrice composta di acciaio e molle già tese poste da un lato all’altro della fondazione. Acciaio e molle presentano un duplice scopo, controllavano il cedimento del calcestruzzo durante il gonfiaggio dell’intero guscio permettendo anche la gestione del gonfiaggio stesso. A quel punto veniva colato sul terreno il cemento insieme alle altre componenti e per finire una seconda membrana veniva srotolata ed assicurata sul cemento ancora fresco. Solo a quel punto avveniva il gonfiaggio usando una pressione molto bassa. Il gonfiaggio terminava generalmente in qualche ora e una volta solidificato il cemento venivano apportate le rifiniture ed aperte le varie porte e finestre.

Il Binishell comincia così ad essere esportato in tutto il mondo dall’Australia al Giappone passando per l’Italia: tra le creazioni più famose vi è senza dubbio la Cupola di Monica Vitti e Michelangelo Antonioni in Costa Smeralda costruita nel 1970.

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