I Carabinieri della Stazione di Calderara di Reno, nel corso della serata di venerdì 9 febbraio, hanno eseguito il provvedimento della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alle persone offese e ai luoghi da loro frequentati, con l’applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di un 46enne, marocchino, già noto alle forze dell’ordine, accusato del reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi e violenza sessuale.

Il provvedimento, richiesto dalla Procura della Repubblica di Bologna ed emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, trae origine dall’episodio avvenuto lo scorso 15 gennaio quando una pattuglia dei carabinieri è intervenuta a seguito di una segnalazione fatta da alcuni cittadini, i quali, vedendo un’autovettura sbandare ripetutamente, con alla guida un uomo che stava colpendo violentemente con pugni alla testa la donna sedutagli accanto, si sono prodigati a bloccare l’uomo e a mettere in sicurezza la donna. Solo grazie alla sinergia che c’è stata tra i cittadini di Calderara di Reno e i Carabinieri della locale Stazione, la donna ha avuto il coraggio di raccontare tutto e chiedere aiuto, cosa che non aveva mai fatto prima.

La donna, 44enne originaria anch’ella del Marocco, ha riferito ai carabinieri che quello che era accaduto era soltanto l’ennesimo episodio di violenza che subiva dal marito con il quale conviveva assieme alle loro due bambine di 5 e 6 anni. Ha raccontato di essere sposata da circa otto anni e che, dopo un primo periodo di tranquillità familiare, al loro trasferimento in Italia erano iniziati i primi problemi, allorquando aveva deciso di seguire un corso di lingua italiana; decisione che non è andata bene all’uomo, il quale ha iniziato a manifestare segni di gelosia, dettati dal fatto che tale corso era frequentato anche da uomini. La paura del 46enne era anche che la moglie, imparando l’italiano, potesse diventare più autonoma. La donna ha riferito inoltre ai militari, che verso la fine di gennaio, il marito, senza preavviso, è tornato in Marocco per sbrigare alcune faccende, abbandonato così lei e i due figli in Italia, facendogli mancare i mezzi economici di sostentamento. Successivamente la 46enne ha raccontato di essere oggetto di maltrattamenti fisici e psicologici, alcuni dei quali avvenuti anche in presenza dei due figli minori; riferendo di subire percosse almeno due volte a settimana, oltre ad essere tenuta in condizioni di dipendenza economica e di non essere libera di decidere sulla propria vita quotidiana. Tali episodi erano spessi accompagnati anche da frasi offensive. Dai racconti della donna è emerso che la stessa, almeno in due occasioni, è stata costretta con la forza a subire rapporti sessuali contro il proprio consenso. Il 46enne, rintracciato dai carabinieri, è stato sottoposto alla misura cautelare disposta dal Giudice e allontanato dall’abitazione familiare.

 

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