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“Modena non può fare a meno delle Cra, basti pensare che sono 280 gli anziani in lista d’attesa per un posto convenzionato e che le rette nel privato sono molto più alte. Pur consapevoli dell’ulteriore sforzo richiesto alle famiglie, l’aumento di 4,10 euro al giorno deliberato dalla Regione, dopo pressoché 14 anni di tariffe inalterate, serve a garantire un minimo di sostenibilità a un sistema che vede i gestori in difficoltà a causa dell’aumento dei costi energetici, di gestione e per l’inflazione. Rispetto al percorso, però, concordiamo nel merito, non nel metodo che doveva invece prevedere maggior coinvolgimento e partecipazione oltre che differenti tempistiche”.

Lo ha affermato l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 15 febbraio rispondendo a due interrogazioni sull’incremento delle tariffe di Cra e Centri per disabili presentate rispettivamente da Barbara Moretti (M5s) e Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia). Le istanze chiedevano le ragioni dell’aumento e il giudizio dell’amministrazione comunale; quanti gli utenti interessati dagli aumenti e come sono stati informati; quali le misure attuate dal Comune per attenuare gli incrementi per gli anziani in condizioni economiche più disagiate. L’istanza di FI chiedeva anche in merito allo “stato delle procedure per aggiornare i contratti di servizio con i gestori e se siano state attuate azioni per il potenziamento dell’assistenza domiciliare”. Quella del M5s “se si ritenga che la decisione della Regione vada rivista”.

L’assessora, dopo aver illustrato l’iter con cui la Regione è arrivata a decidere l’aumento – discusso in Cabina di regia per le Politiche sanitarie a settembre 2023, poi a novembre e infine il 18 dicembre, quando la Giunta regionale ha definito e approvato l’aumento applicabile da gennaio – ha spiegato come si è poi mossa l’amministrazione comunale.
“Solo dopo aver incontrato a gennaio le Organizzazioni sindacali Confederali di pensionati e Funzione pubblica e le associazioni della disabilità, il Comune ha approvato la delibera che recepisce adeguamento tariffario, decorrenza dell’aumento dal 1 febbraio (come deciso in sede di Ctss) e modifica del sistema di agevolazione tariffaria.

“L’aumento avrebbe riguardato circa il 70% dei 700 anziani inseriti nelle Cra accreditate, ma con l’innalzamento della soglia Isee per le agevolazioni, deciso dal Comune, le persone con tariffe agevolate passano dalle attuali 210 a 250 (pari al 35% degli utenti). Sono stati annullati, difatti, gli aumenti per le famiglie con Isee fino a 10.580 euro (prima la soglia era 9.500 euro) con una spesa a carico del Comune di circa 300mila euro per il 2024, che vanno ad aggiungersi agli attuali oltre 2 milioni. “In Regione, Modena – sottolinea Pinelli – è una delle province con più alte percentuali di ospiti con rette agevolate, applicando agevolazioni con una progressione che prevede maggior compartecipazione del Comune in relazione alla diminuzione dell’Isee socio sanitario”.

Inoltre, a gennaio sono stati effettuati incontri, in presenza e on line, con i familiari delle 15 Cra accreditate per informare e rispondere a eventuali domande, nonostante gestori e uffici avessero già informato degli aumenti. “In nessun caso – ha continuato Pinelli – sono state sollevate particolari criticità, probabilmente anche per le modifiche introdotte dal Comune, mentre alcuni familiari hanno ricordato che gli utenti di posti accreditati pagano circa la metà di quelli nei privati”. L’assessora ha ribadito la preoccupazione per questi ultimi, “mentre chi ha accesso ai posti accreditati è doppiamente tutelato, perché il 50% del costo del servizio è a carico dei fondi sanitari (tale percentuale è definita dai Lea nazionali per cui l’adeguamento non poteva ricadere sui fondi sanitari o della non autosufficienza) e la quota a carico dell’utente è in base all’Isee. È infatti saldo il principio che il Comune interviene solo per chi non ha sufficiente capienza”.

Per gli utenti dei centri socioriabilitativi residenziali l’impatto dell’aumento sarà anche inferiore, poiché l’amministrazione comunale ha stabilito che sia applicabile solo con Isee fino a 30mila euro, addossandosi per il 2024 una spesa di circa 100mila euro che si aggiunge agli oltre attuali 700mila.
A gennaio i gestori hanno fatto sottoscrivere agli ospiti i nuovi contratti e stanno raccogliendo le attestazioni Isee, mentre la modifica tariffaria è già stata recepita per quanto riguarda il contratto tra Comune-Ausl-Gestori. Ha infine ricordato che da luglio 2023 è stato rafforzato il Sad, Servizio di assistenza domiciliare a seguito di dimissioni ospedaliere, con estensione delle prestazioni domiciliari alla domenica e nelle ore serali, aumento delle ore di ogni progetto personalizzato di assistenza e della durata media del progetto. Da luglio a dicembre sono stati attivate dimissione protette potenziate per tutti i 69 richiedenti. Alla Casa della Comunità è stato attivato uno Sportello informativo per i caregiver e da settembre è attivo un nuovo servizio per la ricerca di colf e badanti per cittadini fragili o non autosufficienti segnalati ai Servizi.
Con la trasformazione in interpellanza, in apertura di dibattito Elisa Rossini (Fratelli d’Italia), dopo aver commentato di aver visto “rassegnazione” da parte del Comune nei confronti della decisione della Regione (“E mi domando se sarebbe stato lo stesso con una Regione di diverso colore politico”) ha affermato di essere perplessa che “lo stanziamento di dieci milioni a sostegno dei redditi medio-bassi sia stato chiesto dai sindacati e non dal Comune che appare ininfluente sulla Regione. Lo sforzo fatto dal Comune – ha detto – era il minimo che poteva fare per aiutare gli anziani dopo aver approvato nel 2021 un regolamento che, in termini di tariffe, faceva rientrare dalla finestra ciò che aveva fatto uscire dalla porta”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha ribadito che le Regioni, non solo l’Emilia-Romagna ma tutte, hanno dovuto decidere di aggiornare le rette a fronte dell’aumento dei costi: “Gli aumenti, che non ci auguravamo, sono rimasti molto al di sotto della crescita dell’inflazione e sia la Regione che il Comune hanno adottato misure per sostenere ospiti e famiglie più fragili per i quali c’è grande attenzione”.

In replica, la consigliera Moretti (M5s) ha definito “iniquo” lo stanziamento dei fondi a favore dei più fragili: “Sostenerli è sacrosanto ma in questo modo le altre famiglie sono state penalizzate due volte, con l’aumento della quota e per il fatto che il rincaro viene compensato attingendo a risorse pubbliche. Il Comune avrebbe dovuto invece chiedere la sospensione o la revoca della delibera”. Secondo la consigliera, inoltre, serve “un percorso per definire nuove regole per l’accreditamento e per rendere il sistema più equo in modo strutturale per far fronte alla domanda crescente di welfare che ci sarà in futuro”.
Piergiulio Giacobazzi (FI) ha affermato che “purtroppo, nelle politiche regionali degli ultimi anni le fragilità non solo non sono state sempre tutelate, ma spesso hanno dovuto pagare al posto di altri”. Dopo aver condiviso la posizione di Rossini sul regolamento, il consigliere ha dato atto al Comune di aver agito a sostegno delle famiglie stanziando 400 mila euro, anche se “ha messo più attenzione nel comunicare ciò che nell’avvertire le famiglie dell’aumento in arrivo. Un aumento del costo dovrebbe corrispondere a un miglioramento del servizio, ma così non è stato”.

L’assessora Pinelli ha concluso sottolineando che “il Comune, anzi tutti i Comuni, hanno sempre sollecitato una riflessione sugli adeguamenti tariffari temendo che l’aumento sarebbe arrivato tutto in un colpo invece che diluito nel tempo, nella consapevolezza che questi aumenti, faticosi per gli utenti, servono ai gestori per poter mantenere in piedi le strutture. Così come abbiamo sempre chiesto alla Regione di prevedere, in previsione, un sostegno ai Comuni e nell’ultima cabina di regia ci è stato garantito che tale intervento sarà inserito nella variazione di bilancio di luglio.

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