Dal 22 al 24 febbraio 2024, il Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore diverrà luogo di incontro di numerosi studiosi e studiose nel campo del diritto, della medicina, della letteratura e del giornalismo per discutere le sfide e le prospettive della genitorialità nel contesto giuridico contemporaneo. L’evento, organizzato in collaborazione con il Comune di Modena, il CSDL – Centro Studi e Documentazione della legalità, e il CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità, segna la conclusione di Just Parent, progetto di ricerca di vasta portata che ha visto coinvolte diverse università e centri di ricerca italiani ed europei.
La conferenza si aprirà il 22 febbraio con i saluti istituzionali del Prof. Federico Pedrini, Principal Investigator e docente presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, del Prof. Giovanni Iorio dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, del Prof. Antonio Pérez Miras dell’Universidad de Granada, della Prof.ssa Elizabeth Stuart Perry dell’Uppsala Universitet, e del Dott. Roland Krause, del KT – Rechtsanwälte Steuerberater Notare. Seguirà una tavola rotonda interdisciplinare presieduta dalla Prof.ssa Yolanda Gómez Sánchez, che vedrà la partecipazione di esperti da vari ambiti disciplinari.
Il 23 febbraio, la sessione del mattino si concentrerà sul diritto costituzionale e si focalizzerà su temi come le forme di riconoscimento della genitorialità sociale e il diritto alla procreazione. Nel pomeriggio, il focus si è sposterà sul diritto privato: nel corso della sessione saranno affrontate questioni delicate come la maternità surrogata e le tecniche procreative.
Il programma dell’ultimo giorno prevede una serie molto intensa di panels di discussione: i temi andranno dal riconoscimento delle nuove forme di genitorialità, alle sfide delle tecniche procreative, all’influenza dei diritti religiosi nelle relazioni familiari. La conferenza si concluderà con una sessione dedicata alla discussione su dignità della gestante, ordine pubblico e tutela dei nati.
“Dopo due anni di collaborazione con l’Università degli Studi Milano-Bicocca, l’Università di Granada, l’Università di Uppsala e lo studio notarile berlinese Krause-Tiefenbacher – spiega il Prof. Federico Pedrini, responsabile e Principal Investigator del progetto – abbiamo il piacere di presentare e discutere i risultati del nostro lavoro con alcuni tra i più importanti studiosi (in Italia e all’estero) della materia”.
“In questi tre giorni di lavori – continua il Prof. Pedrini – affronteremo le più rilevanti problematiche derivanti dal progressivo ampliamento dei casi di genitorialità non biologica, ma fondata sull’autodeterminazione attraverso specifici trattamenti o procedimenti di adozione: la genitorialità sociale o d’intenzione, intesa come il rapporto stabile, affettivo e continuativo che intercorre tra chi assume la responsabilità genitoriale e il figlio, in difetto di un legame biologico tra i due. Si tratta di rapporti che talvolta sono disciplinati dalla legge, come nel caso delle adozioni e della fecondazione artificiale, talaltra nascono dalla interpretazione della giurisprudenza e, ancora, qualche volta sono forme di filiazione vietate in Italia ma ammesse e disciplinate all’estero.”
“Tratteremo questi temi – conclude il Prof. Pedrini – non soltanto dal punto di vista giuridico ma anche medico, filosofico e anche più sociologico, con un approccio interdisciplinare che siamo sicuri possa arricchire il dibattito su problematiche così delicate e attuali”.
Just Parent è un progetto che si propone di avviare una discussione sulla mancanza di riconoscimento reciproco che porta alla dissociazione tra status, filiazione e procreazione e prende in considerazione il nuovo concetto di genitorialità sociale, come modello alternativo e adeguato all’interesse del bambino. Nel riconoscimento nell’Unione europea di una relazione genitore-figlio, sia essa tra un bambino e una coppia sposata dello stesso sesso o tra un bambino e genitori intenzionali in accordi di maternità surrogata, è essenziale trovare un equilibrio tra l’identità nazionale degli Stati membri e il concetto di famiglia in senso tradizionale, da un lato, e il diritto alla libertà di circolazione del bambino e dei suoi genitori, dall’altro: lo Stato membro deve riconoscere la relazione genitore-figlio – indipendentemente dal suo fondamento – almeno ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti ai cittadini dell’UE dal diritto europeo.