Si è parlato degli scavi di Montegibbio recentemente al Rotary di Sassuolo, ovvero della scoperta, nella zona chiamata Il Poggio, di resti di costruzioni riferibili ad un santuario dedicato a Minerva, ad una probabile villa urbano rustica e a strutture agricole produttive, databili dall’età del ferro, per intenderci dal periodo celtico, fino all’epoca cristiana.
La relazione è stata a cura di Francesca Guandalini, socio fondatore della ditta di scavo “ArcheModena” che ha diretto i lavori sul sito archeologico in Via Rovina di Montegibbio, con l’aiuto degli studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Bologna. Lo scavo è stato reso possibile grazie alla Soprintendenza (Luigi Malnati, Donato Labate) e al Comune di Sassuolo. I lavori sono iniziati nel 2006 e sono proseguiti fino alla copertura del sito archeologico avvenuta nel 2014.
Una serata di particolare interesse dove si sono apprese notizie importanti sulla casa colonica e il santuario dedicato a Minerva, le cui tracce rinvenute a Montegibbio raccontano di un culto strettamente legato alle caratteristiche del luogo, influenzato dalla geologia del territorio – le famose “salse”, i piccoli vulcani di fango descritti da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C.. Il sito di Montegibbio ha registrato eventi sismici e lenti crolli che portarono al suo abbandono progressivo ma i cui resti sono arrivati fino a noi.