“Ritengo doveroso favorire una corretta descrizione di quanto accaduto durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dello scorso mercoledì, anche a rettifica di commenti social poco informati o apertamente finalizzati ad alimentare un clima di scontro che contraddice tutti i valori e gli intenti del nostro Ateneo.

Mercoledì abbiamo voluto mostrare che un Ateneo consapevole del proprio ruolo può dare ospitalità a tutte le voci di critica e di dissenso. E abbiamo voluto scongiurare, con tutto l’impegno, ogni degenerazione violenta dentro e fuori il Teatro. Ci siamo riusciti.

Quattro interventi – due ufficiali e due non previsti, ma ugualmente accolti per rispetto di tutte le opinioni – hanno richiamato l’attenzione sulla guerra in Palestina e sulle sue drammatiche conseguenze. Un tema urgente sul quale mi sono soffermato anch’io nel mio discorso; un tema ripreso dal Ministro Bernini – che ringrazio per il sostegno e l’equilibrio – e sul quale il Senato Accademico si è pronunciato il giorno precedente la cerimonia.

Abbiamo tollerato di buon grado, per favorire un pacifico svolgimento della cerimonia, anche parole e slogan violenti contro l’Ateneo e contro di me. L’intervento finale dal podio del Teatro era stato concordato con i manifestanti perché si svolgesse secondo tempi e modalità compatibili con la cerimonia e con le esigenze degli ospiti, e ciò sempre al fine di evitare scontri e di mantenere aperto il dialogo. Le modalità non sono state rispettate, i toni sono stati aggressivi e offensivi verso tutti i presenti, ma abbiamo comunque consentito che l’intervento si svolgesse fino a esaurimento del tempo concordato. Dispiace profondamente che ora qualcuno voglia raccontare tutto questo come una negazione del diritto di parola. I tanti messaggi di ringraziamento e di apprezzamento che riceviamo in questi giorni ci confermano che i nostri sforzi per garantire ascolto e dialogo e per evitare le violenze sono stati ampiamente compresi e riconosciuti.

Un’aula al piano terra di Palazzo Poggi è occupata, da ieri, da un gruppo di manifestanti, che hanno anche interrotto diverse lezioni. Ma proseguiremo, nonostante questo, sulla linea del dialogo.

L’università è un luogo da sempre libero e vogliamo che resti tale. Facciamo nostre le parole di Jacinda Ardern, ospite d’onore della cerimonia, il cui straordinario discorso è stato in parte oscurato dalle polemiche: ‘non cediamo alla paura, promuoviamo il rispetto delle differenze e alimentiamo l’empatia necessaria per comprendere i punti di vista altrui'”.

 

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