Era stato attirato in una “trappola” da un suo coetaneo che, con la scusa di passare una serata insieme, lo faceva salire a bordo dell’autovettura condotto da un 20enne con il fine, probabilmente premeditato di rubargli la Citycar ed il telefono cellulare. Per raggiungere il loro scopo, finale, hanno fatto in modo che la vittima salisse sulla loro autovettura, portandolo in un luogo isolato, per poterlo derubare. Infatti dopo averlo picchiato all’interno dell’abitacolo della macchina, non avendo alcuna possibilità di fuggire, né di chiedere aiuto, veniva derubato e abbandonato in una zona di campagna isolata.

Per questi motivi con l’accusa di rapina, lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi carabinieri della stazione di Gualtieri (RE) oltre al coetaneo della vittima denunciavano alla Procura di Reggio Emilia il 20enne conducente dell’auto e altro 20enne. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri della stazione di Gualtieri ha richiesto nei confronti dei due 20enni l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il GIP del Tribunale di Reggio Emilia, concordando in parte con la richiesta emetteva tale misura a carico del conducente dell’auto, ravvisando nei suoi confronti gravi indizi di colpevolezza. Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.

I fatti risalgono alla notte del 3 novembre scorso. Secondo quanto emerse nel corso delle indagini, la vittima, un minore di 15 anni, qualche giorno prima si era accordato con un ragazzo 17enne, che aveva conosciuto da qualche mese, per vedersi a Boretto e trascorrere una serata insieme. Nella serata, si era quindi recato a Boretto, parcheggiando la sua Citycar per salire nell’auto con a bordo il 17enne e altri due suoi amici non conosciuti dalla vittima. Successivamente l’auto condotta dall’odierno indagato, con a bordo la vittima partiva verso Brescello dove, secondo quanto fatto credere al 15enne, avrebbero incontrato alcune amiche che li stavano aspettando.

Giunti in un parcheggio, dove a parer loro, avrebbero dovuto incontrare le amiche, fermavano l’auto. A questo punto il ragazzo veniva preso dapprima a pugni in testa e derubato del telefono cellulare e delle chiavi della Citycar mentre poi il 20enne conducente  minacciava di ucciderlo con un machete che lui riferiva avere all’interno della sua macchina e che effettivamente la vittima aveva notato poco prima di entrare nell’autovettura.

Insultato, minacciato lo studente, in aperta campagna, veniva gettato fuori dall’auto preso a calci e pugni. Il minore non sapendo come fuggire, si buttava dentro ad un canale alto qualche metro che si trovava al margine della strada, affinché desistessero dalle loro violenze. Prima di andare via lo minacciavano dicendogli che se si fosse alzato prima che avesse visto scomparire le luci della loro autovettura lo avrebbero ammazzato. Con molta fatica la vittima, riusciva a raggiungere una vicina abitazione e chiedere aiuto.

Quindi l’allarme ai soccorsi che intervenivano sul posto con una pattuglia dei Carabinieri di Gattatico ed un’ambulanza, che accompagnavano la vittima in ospedale dove veniva raggiunto dalla madre. Da lì veniva poi dimesso con una prognosi di sette giorni. A seguito delle risultanze investigative, questa mattina i militari della Stazione di Gualtieri, hanno ricevuto dal Tribunale di Reggio Emilia, l’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del 20enne conducente e vi davano esecuzione sottoponendolo a provvedimento cautelare nel procedimento penale dove sono indagati per gli stessi reati un altro 20enne e un minorenne.

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