Strategie per ridurre lo stress e aumentare il benessere delle operatrici che lavorano con persone fragili e laboratori musicali e di socialità per anziani con difficoltà per sostenere le loro famiglie e i caregiver; lo sviluppo di una nuova organizzazione del lavoro, strutturata per obiettivi, e l’introduzione di una flessibilità oraria che possa agevolare l’organizzazione familiare; investimenti in formazione per favorire la crescita personale e lavorativa di dipendenti e volontarie e per avviare a una professione donne migranti; sportelli di ascolto psicologici, occasioni di fare sport e seminari formativi.

Sono le azioni previste nei nove progetti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, presentati da aziende e associazioni, che hanno ottenuto un contributo dal Comune di Modena nella terza edizione di “Senza chiedere permesso”, il bando che sostiene una maggiore e migliore partecipazione delle donne al mercato del lavoro con azioni innovative di sviluppo del welfare aziendale e di sostegno al lavoro professionale.
Il bando “Senza chiedere permesso” prevedeva tre aree di finanziamento: una per le imprese, anche di piccole dimensioni, nell’ambito della quale sono stati finanziati tre progetti; una per le associazioni, con sei progetti che hanno ottenuto il contributo, e una per le libere professioniste e studi associati con prevalenza di lavoratrici donne che nell’edizione di quest’anno non è stata finanziata poiché nessuno dei progetti presentati ha ottenuto il punteggio minimo necessario.
Nell’ambito della prima linea di finanziamento ha ricevuto un contributo la comunità terapeutica L’Angolo per il progetto “Una mente come l’acqua” incentrato sulla riduzione dello stress e sul potenziamento del benessere delle operatrici che prendono in carico le persone fragili. Il progetto prevede un percorso formativo e la sperimentazione delle tecniche apprese fino ad arrivare, in autunno, alla redazione di un “Vademecum di buone prassi work-life balance in cooperativa”. Finanziati anche il progetto “Ologramma Argento” proposto dall’Istituto Meme con l’obiettivo di sostenere le famiglie e i caregiver di persone anziane con difficoltà attraverso un laboratorio musicale che valorizzi l’autonomia possibile e la socialità di queste persone, e il progetto della cooperativa sociale Ceis Arte per bilanciare lavoro e vita familiare dei dipendenti attraverso un contributo per l’iscrizione a un centro estivo di un figlio per l’estate 2024 e promuovendo una più equa distribuzione dei carichi di cura migliorando l’informazione sulla possibilità per i padri di utilizzare i congedi di paternità e i permessi per l’allattamento.
Nella linea di finanziamento dedicata alle associazioni ha ottenuto il contributo il collettivo artistico Amigdala per il progetto “Going Horizontal”, percorso di formazione e accompagnamento verso un’organizzazione orizzontale del lavoro che consente di distribuire meglio i carichi e di strutturare il lavoro per obiettivi lasciando maggiore spazio all’organizzazione personale. Hanno ottenuto il contributo anche l’associazione Curacari con il progetto che dà la possibilità alle donne italiane e immigrate che lavorano come volontarie di conciliare vita, lavoro e volontariato grazie a una formazione sull’empowerment, e Aiw (Association for the integration of women) per azioni che sviluppano il progetto di Roots che investe sull’autonomia delle donne migranti formandole come cuoche. Lo sviluppo del progetto prevede investimenti tecnologici per migliorare il servizio di inserimento lavorativo delle donne, l’offerta di nuove formazioni per pubblici diversi e l’assunzione di una dipendente per far crescere la sostenibilità dell’organizzazione nel lungo periodo.
Tra le associazioni hanno ottenuto il contributo anche Arci Modena che realizza un percorso partecipato per favorire il protagonismo femminile in campo associativo e culturale e, allo stesso tempo, attiva uno sportello di ascolto psicologico per dipendenti, soci e socie, affiancato da uno psicologo del lavoro per promuovere la work-life balance; Uisp Modena per il progetto che punta ad alleggerire il carico quotidiano in termini di tempo, responsabilità e stress attraverso l’introduzione dell’orario di lavoro flessibile e la proposta di corsi sportivi gratuiti per gli associati, di sconti per corsi sportivi per i figli e per un secondo corso per gli associati e corsi di ginnastica a domicilio; Legacoop estense per il progetto che ha l’obiettivo di innescare un cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni coinvolte attraverso due seminari rivolti ai dipendenti delle imprese associate e alla cittadinanza e incentrati sul linguaggio inclusivo come strumento per il benessere sui luoghi di lavoro e su creatività e innovazione al femminile.
Complessivamente, per i nove progetti, è stato stanziato un fondo di 30 mila 365 euro. “Senza chiedere permesso”, elaborato dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Modena dopo una condivisione con le associazioni di categoria, la Cpo, i sindacati e Unimore, è stato finanziato nell’ambito del bando regionale per sostenere la parità delle donne nella vita economica e coinvolge una rete di organismi rappresentativi delle realtà imprenditoriali e del lavoro locale.

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