ROMA (ITALPRESS) – “L’Europa non ha saputo interpretare i bisogni reali dei cittadini” e “non ha saputo interloquire con le realtà produttive: noi vogliamo invece un’Europa che sappia interpretare gli Stati, andiamo in Europa per spiegare che ogni Stato le proprie specificità”. Lo ha detto Salvatore Deidda, candidato con Fratelli d’Italia nel collegio Isole, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano – Elezioni Europee” dell’agenzia Italpress. “L’obiettivo è non ripetere l’esperienza di un patto tra Popolari europei e socialisti, ma creare un raggruppamento di centrodestra: siamo convinti che si possa delineare un grande patto di tutte le destre europee, senza estremismi e senza nostalgici che non condannano anche gli orrori del passato. Tutti abbiamo fatto i conti con la storia, ma dobbiamo guardare avanti e costruire una destra moderna conservatrice”.
Per Deidda, presidente della Commissione Trasporti della Camera, i trasporti, soprattutto nelle isole, “vanno potenziati. Il 2024 è l’anno europeo delle isole” e “in Italia abbiamo un ritardo terribile nelle infrastrutture non solo stradali, ma anche ferroviarie: se c’è un guasto a Firenze, si blocca anche la Sicilia. Dobbiamo costruire e l’Europa deve dare i finanziamenti, anche in nome della transizione verde, per potenziare le linee ferroviarie e costruire nuove infrastrutture”, a partire dal Ponte sullo Stretto di cui “si è parlato tanto, ma non si è mai fatto niente: questa volta abbiamo portato gli atti in Parlamento per realizzarlo, perchè non ci si rende conto di cosa vuol dire per un isolano avere un ponte che gli permetta di andare nel continente a qualunque ora del giorno. Le piccole opere sono necessarie ma non escludono le grandi opere: abbiamo architetti, ingegneri e imprese che costruiscono grandi opere in tutto il mondo e non si capisce perchè non si possono costruire in Italia”.
Anche la Sardegna “ha bisogno che le siano riconosciuti quei diritti che sono stati ottenuti dalle altre isole europee che sono terra di confine dell’Europa, per poter contrattare con le compagnie aeree i voli necessari”.
Se sarà eletto, “andrò in Europa: in questi 18 mesi nei lavori della Commissione è emerso che i problemi legati alla continuità territoriale per le isole sono dovuti ai provvedimenti europei che regolamentano i nostri trasporti come se come se le isole avessero una continuità territoriale. Nella continuità territoriale aerea, per esempio, abbiamo delle restrizioni dovute a delle regole che non tengono conto della nostra insularità”, ha sottolineato. Anche sulla transizione verde, l’Europa non ha tenuto conto del tessuto produttivo e “ha preso delle decisioni senza tener conto dell’impatto sui vari Paesi e sulla vita quotidiana dei cittadini o delle imprese”.

– foto Italpress –
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