Con 480 film in 9 giorni, Bologna apre le porte del paradiso dei cinefili. E lo fa con la 38^ edizione del festival ‘Il Cinema Ritrovato’ che si svolgerà sotto le Due Torri dal 22 al 30 giugno.

Nove giorni di proiezioni, da mattina a sera, in 8 sale e 3 location all’aperto in città: al Cinema Modernissimo, Sala Scorsese e Sala Mastroianni al Cinema Lumière, Auditorium – DamsLab, Cinema Jolly, Cinema Arlecchino, Cinema Europa, Sala Cervi. E poi tutte le sere in piazza Maggiore, anche all’Arena Puccini e quattro serate speciali, sempre all’aperto, in Piazzetta Pasolini. Alla Biblioteca ‘Renzo Renzi’ si rinnova l’appuntamento con la fiera dell’editoria dedicata alle pubblicazioni cinematografiche, che quest’anno raccoglie 70 editori. E poi incontri al Mast.Auditorium.

Quest’anno, per la prima volta, Il Cinema Ritrovato sarà anche al Cinema Modernissimo, la sala “ritrovata”, uno scrigno sotterraneo nel cuore di Bologna, sotto piazza Maggiore, restituito alla sua originaria bellezza primo-novecentesca: qui proiezioni già dal 18 giugno per vivere l’emozione dei grandi film restaurati in piazza Maggiore fino al 7 luglio.

Il Cinema Ritrovato è promosso dalla Cineteca di Bologna nell’ambito di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività coordinato da Comune e Città metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica e sostenuto da Ministero della Cultura e Regione Emilia-Romagna, diventata negli scorsi mesi socio sostenitore della Fondazione Cineteca di Bologna. L’edizione 2024 è stata presentata questa mattina a Bologna da Cecilia Cenciarelli e Gian Luca Farinelli, co-direttori festival Il Cinema Ritrovato, con la partecipazione di Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna ed Elena Di Gioia, delegata del sindaco alla Cultura del Comune e della Città metropolitana di Bologna.

Ospiti e grandi restauri
Tra gli ospiti stranieri Damien Chazelle presenterà a Bologna Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy (che ispirò La La Land) e il suo più recente Babylon, omaggio all’epoca mitica del cinema muto; Wim Wenders con i suoi Paris, Texas, I fratelli Skladanowsky e Buena Vista Social Club e i classici di John Ford, Anthony Mann e Yasujirô Ozu; Darren Aronofsky e Amadeus di Miloš Forman; Alexander Payne con il suo The Holdovers e il film di Marcel Pagnol che lo ha ispirato, Merlusse; Volker Schlöndorff con il suo Homo Faber e L’angelo azzurro di Joseph von Sternberg con Marlene Dietrich. E ancora Costa-Gavras, Nicolas Seydoux, Juho Kuosmanen, Mohammad Malas.
Proprio Marlene Dietrich sarà al centro di una delle tante retrospettive, tra cui anche quella dedicata a Pietro Germi a 50 anni dalla scomparsa, e quella a un’altra grande figura femminile, Delphine Seyrig. Un programma dedicato anche alla scoperta di importanti registi come lo statunitense (ma di origini ucraine) Anatole Litvak, capace di attraversare, con la sua lunga filmografia, 40 anni di storia del cinema, e lo svedese Gustaf Molander, scopritore di dive come Ingrid Bergman.

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