Non piace a UNCEM Emilia-Romagna il nuovo “Piano Asili Nido” nazionale, contenuto nel decreto (n. 79 del 30/04) del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che prevede un investimento di risorse pari a 735 milioni di euro, che andranno a finanziare quasi 1.900 interventi ammissibili sul PNNR dell’Unione Europea in tutta Italia, i cui beneficiari saranno i singoli Comuni.

Il provvedimento non piace perché taglia fuori completamente dai finanziamenti i piccoli Comuni montani. Infatti, i criteri minimi seguiti dal Ministero per l’assegnazione dei contributi sono parametrati sulla popolazione residente nella fascia d’età 0-2 anni di almeno 60 bambini e sulla copertura del servizio di asilo nido nella stessa fascia d’età inferiore al 33 per cento. Va da sé che i piccoli Comuni montani con pochi abitanti non figurano nel lungo elenco dei finanziati dal Ministero.

«È l’ennesimo intervento sperequativo – dice il presidente dell’UNCEM Emilia-Romagna, Giovanni Battista Pasini – che non guarda ai veri bisogni delle comunità locali, in particolare quelle più piccole, poste in aree interne e montane, che ogni giorno lottano per contrastare lo spopolamento. Quello della disponibilità di posti negli asili nido è un ambito strategico, che costituisce la base per la permanenza delle giovani famiglie in questi territori e anche elemento di attrazione per le nuove. Per ogni bambino che trova spazio in un Nido ci sono almeno tre persone che rimangono a vivere in montagna».

La Regione Emilia-Romagna, anche su richiesta dell’UNCEM, ha fatto molto in questi anni, rendendo gratuito il Nido per le famiglie con ISEE fino a 40 mila euro, ma evidentemente questo non basta.

«Anche nei piccoli Comuni ci sono spesso casi di liste d’attesa con richieste che non si riescono ad accogliere per la mancanza di posti – continua Pasini – e perciò il Ministero avrebbe dovuto parametrare diversamente i criteri di assegnazione di questi contributi».

L’UNCEM Emilia-Romagna chiede quindi che venga modificato il Decreto Ministeriale del 30 aprile scorso, riconoscendo l’accesso ai finanziamenti a tutti piccoli comuni montani che ne facciano richiesta.

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