I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, in linea con l’indirizzo strategico nazionale del Corpo, hanno concluso un controllo finalizzato alla verifica del corretto adempimento degli obblighi previsti dal D. Lgs. 231/2007 relativi al contrasto dei fenomeni di riciclaggio e reimpiego dei proventi criminali nel sistema finanziario ed economico nei confronti di una società, con sede a Bologna, operante nel settore delle criptovalute.

Sebbene concettualmente assimilabili al denaro, le criptovalute consistono in rappresentazioni digitali di valore che non sono emesse o garantite da Banche centrali, sono scollegate dalle monete c.d. fiat, ma che mantengono al pari di queste ultime, quale caratteristica principale, quella di essere condivise e accettate come mezzo di scambio dai soggetti privati per regolare i propri rapporti o per finalità di investimento.

L’attività ispettiva condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna ha permesso di contestare due violazioni amministrative a carico del legale rappresentante della società controllata per non aver adempiuto correttamente agli obblighi di “adeguata verifica della clientela” nei confronti di una società anonima svizzera e di una spagnola.

È stata inoltre accertata la commissione di due violazioni qualificate, in quanto connotate da gravità, in materia di “omesse segnalazioni di operazioni sospette” relative all’acquisto di valuta virtuale, del valore complessivo di 155 mila euro, da parte di una società anonima svizzera e di una cittadina russa residente a Bologna.

Particolare attenzione investigativa è stata posta anche all’acquisto in contanti di criptovalute effettuato da numerosi clienti per importi apparentemente inferiori alla soglia legale di 3 mila euro perché artificiosamente frazionati. Gli accertamenti hanno consentito di rilevare violazioni amministrative in ordine a 54 transazioni del valore complessivo di oltre 90 mila euro, effettuate da 8 clienti della società sottoposta a controllo in concorso con il legale rappresentante della stessa.

Dagli approfondimenti di tali operazioni è anche emerso come una persona fisica, operante nel settore della vendita di prodotti da panetteria, abbia utilizzato, con la compiacenza del legale rappresentante della società sottoposta a controllo, i dati identificativi di 5 dipendenti per effettuare acquisti di valuta virtuale per circa 80 mila euro. Per tali motivi entrambi i soggetti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Bologna per aver utilizzato dati falsi o informazioni non veritiere.

Il controllo dei circuiti di pagamento alternativi al sistema bancario, degli strumenti di moneta elettronica e delle valute virtuali è indispensabile per intercettare possibili operazioni di riciclaggio dei proventi illeciti e tutelare i risparmiatori, spesso danneggiati da un utilizzo poco consapevole di tali innovative forme di investimento. Tale obiettivo costituisce una priorità per la Guardia di Finanza, in quanto forza di polizia con competenze specialistiche in campo economico-finanziario.

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