Conferenza stampa stamattina dopo il deposito dei ricorsi, con la presenza di Vincenzo Paldino, presidente regionale U.Di.Con. Emilia Romagna, Debora Ferrari, presidente provinciale U.Di.Con. Modena, Francesca Talia, consulente giuridica dell’Associazione e l’avv. Simona Della Casa.

Già a gennaio l’associazione U.Di.Con. Emilia Romagna aveva promesso che sarebbe stata vicina alle famiglie dei ragazzi esclusi e così ha fatto, depositando a proprie spese 2 ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica. Si tratta di ricorsi amministrativi depositati, per conto dell’Associazione, dall’Avv. Simona Della Casa.

Le 2 famiglie che a U.Di.Con.  si sono rivolte si sono addirittura viste negare l’accoglimento di tutte e tre le opzioni di scelta, dovendo così ripiegare su un indirizzo di studio poco gradito, con buona pace delle vocazioni e delle aspirazioni dei ragazzi.

U.Di.Con. è stata sempre attenta alla problematica, visto che non si tratta del primo anno in cui si verificano episodi simili a quelli che hanno poi portato ai ricorsi. A ottobre, con una comunicazione via pec a tutti gli istituti superiori di Modena, aveva chiesto un incontro per monitorare le tendenze in fase di preiscrizione e per sollecitare eventuali correttivi nel caso, assai probabile, di sovrannumero.  Un incontro e un dialogo con le istituzioni che, purtroppo, non c’è mai stato, costringendo così l’associazione a muoversi attraverso una serie infinita di accessi agli atti.

“I ricorsi non sono solo un modo per tutelare le due posizioni individuali, ma speriamo siano da stimolo alle scuole per cambiare il sistema – afferma Vincenzo Paldino.  “Tutto questo, probabilmente, si sarebbe potuto evitare con una concertazione maggiore, ed è questo il nostro più grande rammarico. Era facile intuire che si sarebbero verificati casi come quelli per i quali abbiamo depositato il ricorso, e crediamo che non si sia fatto abbastanza per evitarli. Si è data l’idea di una scuola che si è chiusa in se stessa, non accettando il dialogo. Modena è da sempre una città inclusiva, e così dovrebbe esserlo la sua scuola”.

L’avvocato Della Casa sottolinea come i genitori si siano convinti a fare ricorso a seguito della mancanza di motivazioni per le quali i figli sono stati esclusi. Hanno, infatti, ricevuto la telefonata dalla prima delle scuole indicate che li avvisava dell’esclusione da tutte e tre le scelte, esortando nell’immediato a trovarne una quarta dove iscrivere i loro figli. In caso contrario, non solo i ragazzi sarebbero stati iscritti d’ufficio in una delle scuole rimaste, ma l’eventuale non iscrizione avrebbe anche comportato una valutazione sul mancato esercizio della genitorialità.

“Quello che, come associazione, contestiamo nello specifico – sottolinea Paldino – non è la mancanza dei criteri di scelta, che sono pubblicati sui siti delle singole scuole, né tantomeno la qualità dell’offerta formativa delle scuole della nostra città. Contestiamo tempi e modi delle esclusioni”.

E il tempo sarà ancora una variabile decisiva per i 2 ragazzi in attesa dell’esito dei ricorsi. Oltre al parere del Consiglio di Stato, l’avvocato Della Casa ha chiesto anche la sospensione della valutazione negativa. Ma arriverà in tempo prima dell’inizio dell’anno scolastico? Risponde Paldino: “lo speriamo, non è giusto tarpare le ali ai sogni di ragazzi di 14 anni. Sì, perché tra l’altro, ad aggiungere la beffa al danno, le scuole da cui i ragazzi sono stati esclusi, erano quelle consigliate dall’orientamento. Come puoi spiegare una cosa del genere ai tuoi figli? Di certo, per evitare casi simili in futuro, dovranno essere messi in atto dei correttivi e una migliore programmazione”.

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