Un’ambulanza del valore approssimativo di 150 mila euro, un appartamento al Comune di San Vito di Cadore, un appartamento al Comune di Bologna, e un importo di circa 400 mila euro da investire in accoglienza e umanizzazione al Pronto Soccorso del Maggiore dell’Azienda USL di Bologna.

È la sintesi del lascito che Maria nosi.Grazia Amato, nata a Bologna nel 1934 e deceduta nel 2022, ha voluto destinare al servizio pubblico.

Oltre a un’ambulanza, già acquistata e già in attività, grazie a questo lascito, il Pronto Soccorso assumerà una psicologa dedicata sia ai pazienti, sia ai familiari sia agli operatori. Potrà inoltre dotarsi, tra l’altro, di 30 nuove e più confortevoli barelle (30 mila euro), 10 nuove poltrone, 15 nuovi materassi antidecubito all’anno per tre anni (100 mila euro), 20 carrozzine (10 mila euro). Il tutto, come da volontà della benefattrice orientato all’accoglienza e all’umanizzazione.

Il Comune di Bologna destinerà all’accoglienza di donne e minori vittime di violenza l’appartamento ricevuto, seguendo le volontà testamentarie di Amato, come ha fatto anche il Comune di San Vito in Cadore.

 

Maria Grazia Amato, anestesista e rianimatrice, era primario del Codivilla Putti di Cortina d’Ampezzo. Qui assunse anche l’impegno di organizzare e condurre per diversi anni attività di sostegno alle persone cadute nella tossicodipendenza e bisognose di aiuto psicologico, gratuitamente ed extra orario di servizio.

A Bologna è stata a lungo in servizio al Traumatologico e, all’Università di Bologna, sotto la guida di Renzo Canestrari, conseguì la specializzazione in Psicologia clinica.

La propensione benefica della dottoressa Amato si è manifestata in vita con costanza e totale riservatezza, in favore degli ammalati, di persone con fragilità psicologiche e dei bisognosi. Sempre con particolare sensibilità verso le donne e i bambini in difficoltà, anche nelle zone povere del terzo mondo, in particolare Brasile e Africa, con sostegno economico a varie comunità. La sua visione del mondo non prevedeva i confini, guardando unicamente all’umanità in stato di disagio, senza distinzione di etnia, religione, appartenenza politica, genere e provenienza.

Il pensionamento non ha ridotto l’impegno nel volontariato verso il prossimo e tanto meno la spinta al continuo aggiornamento culturale, per potere riversare competenze filosofiche e psicologiche nel facilitare i giovani stranieri nell’apprendimento e nella gestione delle conoscenze necessarie all’integrazione e inserimento nel mondo del lavoro.

Quanto al modo esemplare in cui ha saputo morire, Vittorio Monti depositario e curatore delle sue volontà testamentarie, rileva che sia testimoniato dalla scelta di pensare totalmente e concretamente in favore di ammalati e bisognosi.

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