Solo qualche giorno fa il fratello di 33 anni era stato arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione, ora lo stesso provvedimento ha raggiunto anche l’altro fratello, un 30enne di San Martino in Rio finito ai domiciliari. Era maggio del 2014 quando i carabinieri reggiani scoprirono che due fratelli usavano una carrozzeria, abilitata anche ai soccorsi stradali, come deposito per auto e merce rubata. I carabinieri di Guastalla trovarono decine di mezzi e attrezzi sottratti all’interno del magazzino della ditta per il soccorso stradale gestita dai due fratelli. I due furono arrestati in flagranza di reato mentre un terzo complice era stato denunciato a piede libero.

Si erano così concluse le indagini, iniziate nel novembre 2013, per una serie di furti che sono proseguiti sino al maggio del 2014 fra il Reggiano – a Reggiolo, Campagnola Emilia e Reggio Emilia – il Modenese, a Campogalliano e Castelnovo Rangone. Furono portate via automobili, motorini, muletti, gomme, elettrodomestici, attrezzi da lavoro per officine e per l’agricoltura e apparecchi meccanici. Il colpo più pesante la notte fra il 15 e 17 aprile 2014, quando in una concessionaria di Campagnola Emilia erano sparite due auto, un’Audi A4 e una Bmw, numerosi pneumatici, varia utensileria meccanica, computer, scanner e altro materiale. Un bottino da più di 50mila euro. Gran parte di questa refurtiva fu trovata nel magazzino della carrozzeria dei due fratelli di San Martino in Rio e poi restituita al derubato.

Per questi fatti la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Bologna, in riforma alla sentenza di primo grado del tribunale di Reggio Emilia condannava anche l’altro fratello 30enne residente a San Martino in Rio, alla pena di due 2 anni 5 mesi e 10 giorni di reclusione per concorso formale tra i reati di furto e ricettazione commessi tra febbraio e maggio del 2014. La sentenza è divenuta esecutiva il 31.1.2018 avendo la Corte di Cassazione dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Successivamente all’esito della richiesta delle misure alternative alla detenzione carceraria, il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, nel rigettare l’istanza di affidamento in prova al servizio sociale, ha concesso al 30enne di scontare il periodo di pena residuo da espiare ovvero 1 anno, 7 mesi e 29 giorni (pena ricavata dalla detrazione del periodo sofferto in via cautelare) in regime di detenzione domiciliare. Dopo quest’ultima decisione, l’ufficio esecuzioni penali della Procura reggiana ha emesso un ordine di carcerazione che è stato trasmesso per l’esecuzione ai carabinieri di San Martino in Rio, nel cui comune l’uomo vive. Ieri il destinatario del provvedimento è stato rintracciato dai carabinieri della Stazione di San martino in Rio che, ricevuto il provvedimento restrittivo, vi hanno dato esecuzione conducendolo dapprima in caserma e, dopo le formalità di rito, presso la propria abitazione per scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

 

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