immagine recente del Grande Fiume nel tratto mediopadano dell’asta fluviale

L’asta principale del fiume Po è stata nel tempo più volte oggetto di studi e approfondimenti progettuali in relazione alla possibilità di realizzazione di traverse e sbarramenti per bacinizzare il corso d’acqua. Ai primi studi degli anni ’80 (progetto SIMPO) non si diede seguito ed infatti nel “Programma di completamento del Sistema idroviario padano-veneto” (Legge 380/1990 e DM n.729 del 25 giugno 1992) è previsto per il fiume Po da foce Ticino al mare il potenziamento degli interventi di sistemazione a corrente libera per il miglioramento delle condizioni di navigabilità.

In coerenza con tali scelte, nel PAI (Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico), approvato con DPCM 24 maggio 2001, sono stati definiti criteri, indirizzi e prescrizioni per la progettazione e realizzazione degli interventi di completamento del sistema di navigazione a corrente libera, compatibilmente con le esigenze e gli obiettivi di carattere morfologico (con particolare riferimento alle quote di fondo alveo), idraulico (garantendo adeguate condizioni di sicurezza rispetto al rischio di piena) e ambientali. In tal senso l’Autorità di bacino si è già espressa in relazione a interventi nel tratto a valle di foce Mincio. Inoltre, in attuazione delle Direttive del PAI ed in particolare della Direttiva gestione sedimenti approvata nel 2006 e recepita anche a livello nazionale all’art.117 c.2-quarter del Dlgs 152/2006, il Programma di gestione sedimenti del fiume Po (approvato in tre stralci con Deliberazioni del Comitato Istituzionale n.5/2006, n.1/2008 e n.3/2008), individua gli interventi per l’adeguamento in quota dei pennelli di navigazione al fine del recupero morfologico ed ambientale dell’asta fluviale.

Nonostante le disposizioni di legge e di pianificazione di bacino, l’opzione bacinizzazione anche nei primi anni 2000 viene più volte riproposta nel dibattito pubblico e politico, associandola anche al possibile utilizzo idroelettrico ed irriguo. Anche in relazione a tali finalità, l’AIPo, Agenzia Interregionale per il fiume Po, sulla base di un apposito finanziamento di 2 mln di euro, ha sviluppato a partire dal 2012 un aggiornamento ed approfondimento del progetto di bacinizzazione, denominato 365 Po – River System “Progetto preliminare per il potenziamento della navigabilità del fiume Po dal porto di Cremona al mare Adriatico“, che prevede la progettazione di un sistema di 5 sbarramenti fra Cremona e Stienta e il confronto anche in termini di costi – benefici con il completamento della sistemazione a corrente libera. Anche tale ipotesi progettuale di bacinizzazione, come quella del SIMPO degli anni ’80, è stata valutata non attuabile, ancor prima di valutarne la compatibilità e l’eventuale recepimento nella pianificazione di bacino. Infatti, il 17 ottobre 2017 il Comitato dell’Intesa Interregionale per la navigazione interna, composto dagli Assessori delle Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, preso atto degli esiti del progetto e del fatto che la soluzione a corrente libera risulta più conveniente in termini economici e di benefici ambientali, ha deciso all’unanimità che la scelta da portare avanti fosse quella della sistemazione a corrente libera. Le risultanze del progetto “365 Po – River System” e le conseguenti decisioni assunte sono state inoltre comunicate al Ministero dell’Ambiente, in risposta al quesito 8 del caso EU Pilot 9722/20/ENVI Direttiva 2000/60/CE, relativo in particolare al progetto di navigazione per il fiume Po citato nell’elab.6 del PdgPo 2015. Infine la Regione Lombardia, destinataria dei rilevanti fondi nazionali (circa 58 milioni di euro) per la progettazione e realizzazione degli interventi di completamento della sistemazione a corrente libera, con DGR n. XII/731 del 24 luglio 2023, ha individuato AIPo quale soggetto attuatore e programmato fra il 2024 e il 2029 la progettazione e realizzazione degli interventi medesimi. Anche nell’ambito di dette disposizioni sono stati ribaditi gli esiti dello studio “365 Po – River System” ed il miglior rapporto costi – benefici di tale tipologia di intervento rispetto alla bacinizzazione.

“Un’eventuale proposta di bacinizzazione del Po, già discussa nel recente passato e, peraltro, bocciata anche dalle stesse Regioni, non è in linea con le scelte indicate oggi dall’Europa – tiene a rammentare Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’ADBPO –. Stiamo lavorando con Aipo alla realizzazione del Pnrr Rinaturazione Po e dovremo uniformarci alla Restoration law che prevede in Europa 25000 km di fiumi a corrente libera. Sarà fondamentale lavorare insieme al mondo agricolo e agli altri portatori di interesse per contemperare le varie esigenze dentro un quadro di eventi climatici estremi sempre più complicato”.

 

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