Organizzare una visita ufficiale alla Casa circondariale Sant’Anna di Modena, con sindaco, consiglieri e Garante del Comune di Modena dei diritti delle persone private o limitate della libertà personale . È la principale richiesta che il Consiglio comunale rivolge all’Amministrazione approvando, nella seduta di lunedì 9 settembre, la mozione sulle condizioni detentive nel carcere di Modena. Il documento, presentato da Pd, Spazio democratico, Pri-Azione-Sl, Movimento 5 stelle e Avs, ha ottenuto il voto contrario di Fratelli d’Italia, Lega Modena e Modena in ascolto.

Nella stessa seduta, l’Assemblea ha respinto un altro ordine del giorno sul tema presentato da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Modena e Modena in ascolto che chiedeva, in continuità con le scelte del Governo, di favorire l’accesso dei detenuti alle misure penali di comunità. La mozione è stata respinta con il voto contrario di Pd, Avs e Movimento 5 stelle.
Presentando l’atto approvato, Luca Barbari (Pd) si è focalizzato sul fenomeno del sovraffollamento delle carceri e dei conseguenti suicidi al loro interno, menzionando anche la recente delibera della Giunta dell’Unione delle Camere penali italiane, secondo cui la responsabilità di tale situazione “ricade inesorabilmente su uno Stato incapace di assicurare il diritto fondamentale al rispetto della dignità umana”. Un elemento, quest’ultimo, peraltro al centro della Costituzione, per cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità.
Barbari ha quindi affermato l’importanza del recente decreto-legge che introduce misure urgenti in materia penitenziaria, tra cui un elenco per strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale del detenuto. “Se attuato – ha precisato Barbari – il decreto potrebbe risultare utile anche alla popolazione carceraria del penitenziario di Modena, dove sono 550 i detenuti presenti, nonostante i posti disponibili siano soltanto 372”.
Su questo tema il consigliere ha ricordato l’accresciuta sensibilità pubblica a Modena, anche alla luce della rivolta carceraria che tra il 2020 e il 2021 riguardò proprio il penitenziario di Sant’Anna, causando nove vittime. In particolare, è stato sottolineato il lavoro svolto dell’Area educativa del penitenziario e poi i servizi resi in carcere da cittadini, associazione ed enti del terzo settore, nonché la scelta unanime del Consiglio comunale di istituire, dal 2023, il Garante comunale dei diritti delle persone private o limitate della libertà personale, nella persona della professoressa Giovanna Laura De Fazio. In quest’ambito, è stata rilevata anche l’importanza strategica del Comune nel coordinamento del Clepa, il Comitato locale per l’area dell’esecuzione penale adulti, strumento potenzialmente in grado di mettere a sistema i diversi soggetti che operano a favore del carcere.
Pertanto, la mozione chiede alle istituzioni di proseguire l’attività di monitoraggio del penitenziario di Modena, favorendo percorsi relativi a misure alternative al carcere. In particolare, si chiede di organizzare una visita ufficiale al penitenziario Sant’Anna, con sindaco, consiglieri e Garante del Comune di Modena e di dedicare un Consiglio comunale sul tema delle carceri. Il documento chiede inoltre di convocare una commissione Servizi per ascoltare, appunto, la stessa De Fazio nonché i rappresentanti delle organizzazioni impegnate all’interno del penitenziario.
Illustrando l’ordine del giorno (respinto) sullo stesso tema, Ferdinando Pulitanò (FdI) ha parlato di sistema carcerario italiano sempre più depotenziato negli ultimi anni. Tuttavia, il raddoppio dello stanziamento annuale in bilancio anche per finalità di prevenzione del fenomeno suicidario, l’assunzione straordinaria di nuovi agenti di Polizia penitenziaria, nonché maggiori possibilità per i detenuti di accedere a misure penali di comunità, con percorsi di riabilitazione e riqualificazione professionale dimostra, per il consigliere, “un nuovo modo dell’attuale Governo di affrontare l’emergenza”. Pertanto, oltre all’organizzazione di un Consiglio comunale sul tema, la mozione chiedeva di favorire opportunità per i carcerati ammessi allo svolgimento dei lavori di pubblica utilità, anche impegnandoli presso i fornitori del Comune e aumentando gli uffici disponibili alla loro accoglienza. L’atto, inoltre, auspicava il potenziamento delle relazioni tra il Consiglio comunale e la Garante per il Comune di Modena dei diritti delle persone private della libertà personale.

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