“Migliorare la diagnosi, favorire il contatto tra ospedale e territorio, assicurare l’appropriatezza del percorso assistenziale: è questa, oggi, la nuova frontiera della sicurezza del paziente”: si apre così l’intervento del dottor Alessandro Andreani, direttore della Struttura Complessa di Pneumologia dell’Azienda USL di Modena presso l’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola. Con il contributo della dottoressa Laura Colletti, coordinatrice infermieristica della Pneumologia, ha presentato il 13 settembre a Bologna, al Seminario “Improving diagnosis for patient safety” organizzato dalla Regione Emilia Romagna in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza delle cure e della persona assistita (17 settembre), i primi risultati, estremamente positivi, dell’ambulatorio di “Affido respiratorio”.

Un servizio che ha come obiettivo la presa in carico tempestiva, appropriata e, soprattutto di prossimità, di pazienti che presentano quadri respiratori importanti ma non richiedono il trattamento in emergenza, come ad esempio il riacutizzarsi di asma o broncopneumopatia ostruttiva cronica (BPCO), polmoniti in pazienti fragili o che non rispondono al trattamento domiciliare o ancora, quadri di sospetta neoplasia polmonare che necessitano di ulteriori approfondimenti diagnostici.

Come funziona l’ambulatorio e perché può essere indicato come un esempio per migliorare la sicurezza della diagnosi e della presa in carico? “La Pneumologia di Mirandola si è sempre distinta per mantenere un rapporto costante con il territorio – osserva il dottor Andreani – e ai medici di medicina generale (MMG) è garantito un contatto telefonico diretto per consulti o valutazioni cliniche specialistiche. Il medico infatti si trova spesso a dover gestire in autonomia i pazienti con problematiche pneumologiche, ciò lo porta a dover richiedere frequentemente prestazioni urgenti (che potrebbero venire erogate in Distretti anche molto lontani da quello di residenza) o inviare il paziente in Pronto Soccorso per un ricovero ospedaliero che, altrettanto frequentemente, risulta improprio”.

Attraverso l’affido pneumologico, invece, il medico segnala tempestivamente la situazione del paziente allo specialista pneumologo, fissando data e ora dell’appuntamento entro 24-72 ore, e anche i medici di Pronto Soccorso possono comunque attivare l’ambulatorio in caso di necessità, laddove non siano ravvisati elementi che richiedano un intervento in emergenza, così da determinare un impatto positivo sui tempi d’attesa. Il giorno dell’appuntamento il paziente verrà visitato dallo pneumologo, che potrà disporre ulteriori indagini diagnostiche, come radiografie, TAC, tamponi per la diagnosi da Covid o spirometrie. Una volta conclusi gli accertamenti necessari, a seconda degli esiti e delle condizioni di salute del paziente, lo specialista potrà rinviare il paziente a domicilio prescrivendo la terapia, disporre un successivo controllo o programmare un percorso diagnostico (avvalendosi delle competenze dell’equipe nelle manovre di pneumologia interventistica finalizzate a diagnosticare le patologie di polmone, mediastino e pleura). In caso di necessità potrà essere disposto il ricovero in ospedale.

I risultati sulla sicurezza e l’appropriatezza delle cure sono molteplici: il paziente ha la garanzia di un percorso diagnostico-terapeutico dedicato, completo e nei distretti di abitazione; il medico di famiglia un riferimento sicuro e costante per l’affido dei propri pazienti con sintomi respiratori; per lo specialista è un’occasione di espressione delle proprie competenze specifiche e crescita professionale. Ma soprattutto, si tratta di un miglioramento organizzativo volto alla riduzione degli accessi impropri al Pronto Soccorso dei pazienti con problematiche respiratorie acute (e degli accessi in generale di malati ‘respiratori’). Da non sottovalutare, infine, la stretta collaborazione e integrazione proattiva tra ospedale e territorio che consente prossimità e continuità delle cure.

 

I dati

Nel Seminario regionale sono state illustrate alcune esperienze delle Aziende sanitarie regionali che hanno partecipato alla “Call for Good practices 2024” promossa da AGENAS, in coerenza con il tema individuato dall’OMS per la Giornata mondiale della sicurezza delle cure e della persona assistita, relativo al miglioramento dei processi diagnostici per garantire la sicurezza dei pazienti: sei quelle proposte dell’Azienda USL di Modena dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali come buone pratiche a servizio dei pazienti; tra esse vi è, appunto, quella dell’ambulatorio “Affido respiratorio”.

Nel primo anno di attività (1gennaio 2023-31 dicembre 2023) sono stati presi in carico 970 pazienti con effettuazione di 1916 visite e 1309 prestazioni aggiuntive (ecografia toracica, spirometria semplice, spirometria globale, test di broncodilatazione, diffusione del CO, toracentesi, emogasanalisi arteriosa, test del cammino). I pazienti transitati da Affido e ricoverati in Pneumologia nell’anno 2023 sono stati 68, cioè il 7.0% di quelli valutati nella struttura (970 in totale nel 2023): “in assenza dell’ambulatorio Affido Respiratorio, ovvero di una struttura di riferimento – osserva il dottor Andreani – un gran numero di pazienti si sarebbero recati in PS e/o sarebbero stati ricoverati in Ospedale”.

A testimonianza dell’importanza di un affido precoce agli specialisti di pazienti con problematiche pneumologiche vi è anche l’incremento delle prese in carico delle diagnosi di neoplasia polmonare nei DH Oncologici dei Distretti di riferimento: il DH Oncologico di Mirandola è passato dai 38 pazienti del 2022 ai 56 del 2023 (+47%); quello di Carpi da 45 del 2022 ai 73 pazienti del 2023 (+62%).

 

Lo staff della Pneumologia

Ha contribuito al progetto tutto lo staff della Pneumologia e la direzione sanitaria del Santa Maria Bianca, in particolare: Anita Caruso (Infermiera UOC Pneumologia); Manuela Poletti (Vice Coordinatore UOC Pneumologia) e tutto il restante corpo infermieristico e OSS di Fisiopatologia Respiratoria, degenza UOC Pneumologia e Sala Operatoria; i medici Pneumologi Elisa Businarolo, Michele Gentile, Giancarlo Garuti, Rosita Melara, Lorenzo Porrino, Morgana Vermi; Valeria Vezzani e Carmela Cilione (Specialiste ambulatoriali Pneumologia); Federica Bersani (S.C. Medicina Legale e Risk Management UOS Rischio Clinico-AUSL Modena); Giuseppe Licitra (Direzione Sanitaria Mirandola); Anna Manduchi (Direzione Sanitaria Mirandola).

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