È stata eseguita nelle scorse settimane all’Ospedale “Ramazzini” di Carpi dall’équipe della Struttura Complessa di Endocrinologia dell’Azienda USL di Modena una procedura di Termoablazione Laser, sotto guida ecografica, in una paziente affetta da microcarcinoma papillare della tiroide. Si tratta di una operazione – la prima in Azienda per questo tipo di patologia – veloce e poco invasiva, che consente, su una certa tipologia di pazienti, di “bruciare” il tumore in modo completo e definitivo, riducendo il rischio di ripresentazione, e consentendo inoltre una rapida ripresa post-operatoria.

L’équipe è stata guidata dal Direttore dell’Unità Operativa Giampaolo Papi, ed era composta inoltre dalle dottoresse Francesca Piccinini, Martina Cicia e Maria Laura Monzani e dalle infermiere Viviane Ardente e Giulia Portente. L’intervento si è svolto su una paziente di 69 anni portatrice di neoplasia differenziata di 6 mm del lobo tiroideo destro, che aveva sempre rifiutato di sottoporsi a intervento chirurgico. È stata sottoposta ad anestesia locale ed è rimasta sempre sveglia e collaborante; al termine della procedura, che è durata complessivamente 8 minuti, non si sono registrate complicanze e non è residuata alcuna cicatrice. La permanenza della paziente in ospedale è stata di poche ore, con ingresso alle ore 7.30 e dimissione alle 12 in ottime condizioni generali.

“Tecnologia e competenza professionale ai più alti livelli di espressione – sottolinea la Direttrice Generale dell’Azienda USL di Modena Anna Maria Petrini –: questo intervento dimostra come le capacità messe in campo dai nostri professionisti unite alla disponibilità delle strumentazioni più avanzate, possano andare a vantaggio della salute dei pazienti, riducendo al minimo le complicanze e le conseguenze di un’operazione. Al Prof. Papi e alla sua équipe medica e infermieristica un sentito ringraziamento da parte mia e a nome di tutta la Direzione aziendale: la strada tracciata già da tempo in campo endocrinologico sta continuando a portare ottimi risultati per i cittadini modenesi affetti da patologie tiroidee”

La procedura è assolutamente innovativa e al tempo stesso, in mani esperte, di semplice esecuzione – dichiara il Professor Giampaolo Papi – e risulta altamente efficace nel trattamento dei noduli tiroidei benigni sintomatici e in quelli maligni di piccole dimensioni, cosiddetti intraparechimali. I pazienti si dichiarano generalmente molto soddisfatti, perché, contrariamente a quanto avviene con la chirurgia tradizionale, non devono restare ricoverati per giorni in ospedale, non vanno incontro ad anestesia generale, non hanno sul collo una cicatrice permanente e, soprattutto, conservano pienamente la funzionalità della propria tiroide”.

L’area sede del tumore in questa paziente – spiega la dottoressa Martina Cicia – è stata trattata con la somministrazione di calore generato da una fibra Laser. Le alte temperature raggiunte con questa tecnica consentono, infatti, di uccidere le cellule maligne e di ottenere la guarigione”.

La selezione del paziente – afferma la dottoressa Maria Laura Monzani – è molto importante per poter curare il tumore in modo completo e definitivo, riducendo al minimo il rischio della sua persistenza in sede. Le dimensioni della neoplasia, le sue caratteristiche ecografiche e citologiche e, in particolare, la sua posizione precisa all’interno della tiroide sono elementi fondamentali per candidare il paziente alla procedura o escluderlo”.

La Struttura Complessa di Endocrinologia dell’AUSL di Modena ha iniziato le procedure di Termoablazione dei noduli tiroidei, sia EchoLaser che con Radiofrequenza, dal 2019: un’esperienza ormai quinquennale che l’ha resa uno dei Centri in Italia a maggior volume, avendo trattato finora 272 pazienti. Fa parte del MITT, il gruppo italiano dei trattamenti mini-invasivi della tiroide che include i centri di riferimento italiani per questa tipologia di procedure.

Termoablazione dei noduli tiroidei, che cos’è e come funziona: la casistica della Struttura Complessa di Endocrinologia dell’Ausl di Modena

La Termoablazione dei noduli tiroidei è una procedura mini-invasiva che provoca la distruzione del tessuto nodulare sottoposto al trattamento attraverso la somministrazione di calore. Trova pertanto indicazione nei pazienti con noduli della tiroide che causano sintomi compressivi a livello di esofago e trachea (disturbi della deglutizione e della respirazione). Di recente, numerosi studi ne hanno provato l’efficacia anche nei piccoli noduli tiroidei maligni che abbiano determinate caratteristiche citologiche e siano localizzati esclusivamente all’interno della ghiandola. Le fonti utilizzate per generare l’aumento delle temperature, tra i 60 e i 100 gradi, all’interno del nodulo possono essere diverse: Laser, Radiofrequenza, Microonde, Ultrasuoni altamente focalizzati. Il risultato finale nei noduli benigni è la riduzione del volume della formazione che, a distanza di tempo, supera il 50% e, nei noduli maligni, la distruzione completa delle cellule tumorali. Sul piano clinico, nei noduli benigni si ottiene la risoluzione dei sintomi compressivi e dei disturbi estetici e, nei noduli maligni, la guarigione del tumore. La procedura presenta numerosi vantaggi rispetto all’intervento chirurgico tradizionale, che prima dell’avvento della termoablazione rappresentava l’unica possibilità terapeutica. Infatti, la termoablazione non prevede ricovero ospedaliero (il paziente resta in ospedale solo poche ore) né anestesia generale, non causa cicatrici permanenti sul collo né la necessità di assumere terapia sostitutiva con l’ormone tiroideo per tutta la vita poiché la capacità della ghiandola di produrre i propri ormoni viene risparmiata. Inoltre, è stato dimostrato un risparmio economico sia per le aziende sanitarie (e, quindi, per lo Stato) sia per il paziente. Di regola, la procedura è ben tollerata e il paziente viene dimesso senza sintomi di rilievo. Le complicanze sono rare, nella maggior parte dei casi transitorie e includono reazioni vaso-vagali, ematomi, lesioni del nervo laringeo ricorrente, ustioni cutanee. La Struttura Complessa di Endocrinologia dell’Azienda USL di Modena ha iniziato ad eseguire le procedure di termoablazione dei noduli tiroidei nel 2019. Da allora sono stati sottoposti a trattamento – sia Laser, sia con Radiofrequenza – 272 pazienti con noduli tiroidei benigni, di età compresa tra 32 e 92 anni, nella maggioranza dei casi di sesso femminile. A settembre 2024 è stato eseguito il primo intervento su una paziente con nodulo maligno (carcinoma papillare tiroideo) di 6 mm.

 

I numeri:

272 pazienti trattati (219 donne, 53 uomini)

56 l’età media (range dai 32 ai 92)

13 cc, il volume medio dei noduli

88% la riduzione del volume maggiore del 50% a 12 mesi

94% la riduzione o scomparsa dei sintomi dopo 3 mesi di follow-up

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