In questo 2024 circa 15 autisti hanno lasciato Seta e altri lo faranno entro dicembre non potendo più reggere le condizioni estreme di un lavoro diventato impossibile e pagato peggio. Altri 30 autisti se ne erano andati lo scorso anno. A casa nostra questo esodo si chiama disastro. E, nonostante questo, l’azienda non ha risposto all’appello delle nostre organizzazioni sindacali che rappresentano la quasi totalità dei lavoratori iscritti. Seta si conferma la società pubblica con il peggior comportamento e ora è inevitabile: abbiamo comunicato l’apertura dello stato di agitazione”.

Così i leader di Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro intervengono annunciando l’escalation nei rapporti con Seta, “società completamente allo sbando, senza una visione industriale e incapace di reagire tenendo insieme etica pubblica e buona gestione. La governance di Seta è un serio problema, sembra quasi che convenga avere l’azienda in ginocchio per poterla assorbire senza tante storie, quando, invece, servirebbe un piano di rilancio fortemente condiviso da tutti i soci. Se questo è il film che qualcuno immagina di proiettare, ci saranno delle sorprese”.

UNICO CONTRATTO, PIÙ EQUITÀ
I sindacati avevano chiesto lo scorso 2 ottobre un incontro urgente con Seta entro il 20 ottobre.
Sul piatto restano 14 richieste, la principale delle quali riguarda l’applicazione di un unico contratto a tutto il personale, per risolvere la “grave differenza che c’è tra chi è stato assunto dopo il 2012. Parliamo di lavoratori che, rispetto ai loro colleghi arrivati prima del 2012, guadagnano mediamente 150 euro in meno, hanno 18 giorni di riposo in meno ogni anno e devono subire i turni di lavoro più massacranti, a cominciare da quelli spezzati che portano via 13-14 ore al giorno. Non bisogna avere in tasca un Nobel per l’economia per sapere che a queste condizioni gli autisti non possono fare altro che scappare. Basterebbe un pizzico di rispetto per queste persone e di cultura aziendale per dare loro risposte. Ma Seta se ne guarda bene e prosegue lanciata a 200 km all’ora contro il muro”.

150.000 EURO NON SPESI
Nel pacchetto economico proposto dai sindacati figurano, inoltre, l’aumento dell’indennità di turno, l’introduzione di una indennità di presenza per ogni giornata effettiva di lavoro, un’equa ripartizione dei carichi di lavoro tra tutto il personale, l’attivazione di una diaria per chi svolge turni disagiati. E poi c’è un nodo critico: a tutt’oggi Seta non ha ritenuto di utilizzare i 150.000 euro stanziati dal Comune capoluogo e dalla Provincia di Reggio, destinati a migliorare il welfare dei dipendenti. Soldi che potrebbero pagare parte delle misure ritenute essenziali dai sindacati.

LE TAPPE DELLO STATO DI AGITAZIONE
Seta ha fatto scena muta e i disservizi continuano, come chiunque può vedere aprendo i media reggiani, che ringraziamo per continuare a dare voce ai diritti del servizio pubblico – denunciano Fit Cisl, Uil trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro –. Lo stato di agitazione di fatto rappresenta l’apertura del percorso che porterà allo sciopero di tutta la categoria”.
Ora la palla è nella metà campo di Seta. Se l’azienda continuerà a non rispondere o fornirà risposte inadeguate i sindacati chiederanno un incontro alla Prefetta Maria Rita Cocciufa. A quel punto lo stop degli autisti sarà praticamente inevitabile.

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