Il 28 ottobre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. 160/2024 che all’articolo 2 prevede un ammortizzatore sociale in deroga fino alla fine del 2024 per fronteggiare la crisi occupazionale dei lavoratori dipendenti delle imprese dei settori tessili, abbigliamento, calzaturiero e conciario con meno di 15 dipendenti.

Si tratta di un provvedimento necessario frutto di una lunga rivendicazione nei confronti del Governo da parte della FILCTEM CGIL, unitariamente alle categorie di CISL e UIL,  insieme a tutta la CGIL e con il sostegno significativo da parte della Regione Emilia-Romagna.

I settori del tessile, abbigliamento, calzaturiero e conciario sono colpiti da molto tempo da una grave crisi che rischia di portare, in particolare per le piccole imprese, alla chiusura di molte aziende e alla perdita di migliaia di posti di lavoro.

Una crisi che comporterebbe conseguenze drammatiche nella nostra regione, dove sono insediati diversi distretti produttivi di eccellenza, sia dal punto di vista sociale che per la perdita di professionalità e di filiere produttive fondamentali.

L’ammortizzatore in deroga previsto dal Governo non è tuttavia sufficiente: servono con urgenza risposte strutturali che affrontino la crisi industriale in corso attraverso politiche industriali e ammortizzatori sociali.

La crisi in cui versa il sistema industriale nazionale colpisce infatti con forza anche l’Emilia-Romagna, come testimoniano le tante vertenze aperte sul nostro territorio per impedire chiusure aziendali e delocalizzazioni.

Vertenze possibili solamente grazie al grande impegno e protagonismo di lavoratrici e lavoratori che, anche in condizioni di estrema difficoltà, continuano a lottare per salvare il proprio lavoro e assicurare la continuità produttiva delle imprese.

A livello nazionale, i dati ISTAT parlano chiaro: 19 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, con una contrazione ad agosto 2024 del 3,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e veri e propri crolli nei settori della fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,2%), nella fabbricazione di macchinari e attrezzature (-11,6%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,8%), nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,1%), nella produzione di articoli in gomma, materie plastiche, minerali non metalliferi (-7,8%).

Dati confermati dalle rilevazioni sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali: a livello nazionale, nei primi 9 mesi del 2024 rileviamo un utilizzo complessivo degli ammortizzatori sociali in crescita del 20%. In Emilia-Romagna, l’aumento è ancora più significativo: +53,7% complessivo, con aumento del 45,8% della cassa ordinaria e addirittura del 76,3% della cassa straordinaria.

In particolare, risultano in seria difficoltà le piccole e piccolissime imprese, comprese le imprese del comparto artigiano, che in buona parte hanno terminato o stanno terminando i contatori degli ammortizzatori sociali.

Per questo è assolutamente prioritario estendere a tutti i settori in crisi l’ammortizzatore in deroga previsto per la moda e garantirne la copertura per tutto il 2025.

Allo stesso tempo, occorre aprire il confronto per affrontare le prospettive industriali del paese e della nostra regione: servono investimenti pubblici e privati in grado di accompagnare il sistema produttivo nella transizione ecologica e nella rivoluzione tecnologica. E’ quanto mai urgente una regia pubblica di questi processi, altrimenti – alla luce anche crisi industriale tedesca – il rischio è un vero e proprio processo di desertificazione industriale che, come Organizzazione Sindacale, contrasteremo in ogni modo.

 

 

 

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