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Il Parlamento riformi al più presto la concessione della cittadinanza basandosi sullo Ius Scholae. È la richiesta contenuta nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di lunedì 4 novembre su proposta di Pd, Avs, M5s, Spazio democratico, Pri-Azione-Sl e Modena Civica e con il voto a favore dei proponenti (contrari FdI e Lega Modena; astenuta Modena in ascolto).

La mozione invita l’amministrazione a coinvolgere i parlamentari modenesi per l’approvazione della riforma, a promuovere i valori del diritto di cittadinanza in collaborazione con le scuole e gli enti culturali, a organizzare percorsi informativi sul conseguimento della cittadinanza italiana a 18 anni per tutti i minori stranieri residenti nel territorio comunale e per le loro famiglie. Il documento chiede anche che i parlamentari modenesi si attivino per approvare norme diversificate per l’acquisizione dei documenti utili a ottenere la cittadinanza per i Paesi i cui governi mettono a rischio la libertà personale in caso di rientro delle persone interessate; che il Comune si impegni a combattere ogni forma di intolleranza, razzismo e discriminazione utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e che incentivi momenti di discussione pubblica sui temi della cittadinanza e dell’integrazione. Invita, infine, a proseguire l’esperienza di Bambino/a=Cittadino/a coinvolgendo l’Unicef e le scuole della città.

Nelle premesse, il documento ricorda che, in base alle leggi vigenti, le persone nate in Italia da genitori stranieri possono richiedere la cittadinanza italiana dopo aver raggiunto la maggiore età, dimostrando di avere avuto residenza in Italia senza interruzioni fino a 18 anni. Una norma, si precisa, che da tempo non corrisponde più alle necessità della vita sociale e politica dell’Italia di oggi, come dimostrano peraltro le diverse mobilitazioni della società civile: un giovane senza cittadinanza italiana, infatti, pur essendo cresciuto e formato in seno ai valori costituzionali della Repubblica, non può, per esempio, votare ed essere candidato o giocare competizioni sportive nelle squadre nazionali.

La mozione ricorda, poi, il testo discusso alla Camera sul cosiddetto Ius Scholae che prevede, invece, il riconoscimento della cittadinanza italiana per giovani di famiglie migranti nati in Italia o arrivati prima del compimento dei 12 anni nel caso in cui, fra gli altri, risiedano legalmente in Italia e abbiano frequentato regolarmente almeno cinque anni di studio nel Paese. Un orientamento, si precisa, seguito dal Comune di Modena che ha sempre attuato politiche per il riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone, anche attraverso l’approvazione di specifiche mozioni e iniziative come “Bambino=Cittadino” che prevede il conferimento di cittadinanza onoraria a bambini nati in Italia da genitori stranieri e residenti in città dove vivono e frequentano la scuola.
Una nuova legge in favore del diritto alla cittadinanza basata sullo Ius Scholae, conclude il documento, sarebbe, dunque, una risposta alle spinte populiste e razziste e, soprattutto, fornirebbe un contributo a un percorso di reale integrazione.

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