Foto Moris Dallini

L’attesissimo momento in cui Claudio Baglioni sarebbe salito per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Carani di Sassuolo si è consumato in occasione della prima delle tre serate del Premio Pierangelo Bertoli 2024. Edizione questa che vede la manifestazione voluta e curata da Alberto Bertoli e Riccardo Benini nata proprio al Carani,  ritornarci dopo un’assenza di più di dieci anni.

Un ritorno in grandissimo stile con una prima serata che ha trasformato di fatto il teatro cittadino in uno scrigno di emozioni musicali e non solo grazie alla presenza dell’illustre ospite chiamato a ritirare il premio. Dopo l’esibizione degli otto concorrenti che hanno presentato ognuno il proprio inedito seguito da una loro versione di un successo firmato Pierangelo Bertoli, sul palcoscenico è salito direttamente dalla giuria il giornalista Marino Bartoletti. A lui è stato affidato il compito di dialogare e con grande mestiere amabilmente “estorcere” al Claudio nazionale alcune perle dal suo ricchissimo repertorio eseguite nella forma che più gradisce, pianoforte e voce. Questo piccolo grande amore, mille giorni di te e di me, avrai sono solo alcune delle canzoni che la platea del Carani ha potuto ascoltare e in più di una occasione accompagnare con cori e applausi.

A consegnare il premio Pierangelo Bertoli 2024 nelle mani di Claudio Baglioni sul palco sono saliti il Sindaco di Sassuolo Matteo Mesini, Riccardo Benini, Bruna Pattaccini e ovviamente Alberto Bertoli. Il cantautore romano ha accolto il riconoscimento con queste parole:

“Penso che ci siano premi che hanno un valore particolare perché portano il nome di colui che è come si ti avesse chiamato in un certo senso. Sono premi che portano il nome di qualcuno che non è più con noi e che non sta più suonando o cantando sopra i palcoscenici di questa vita. Nella mia carriera mi è capitato di riceverne qualcuno di questi premi ma questa volta devo dire di essere in uno stato di sottile soggezione.

Io non ho mai conosciuto Pierangelo Bertoli non avendolo mai incontrato di persona nelle occasioni in cui sarebbe potuto accadere come nei concerti o nelle manifestazioni in cui diversi artisti si esibivano ma ho comunque seguito buona parte della sua carriera.

Nei confronti di Bertoli io mi sono sempre sentito diverso a causa del suo rigore e della nettezza che  Pierangelo ha sempre dimostrato e non perché io sia stata una persona non rigorosa. Ho sempre pensato di lui, di Bertoli, che fosse una persona esattamente identica a quello che scriveva e che mostrava.

Son convinto che persone come Bertoli oggi non si troverebbero molto bene in questo mondo di mezze misure, aggiustamenti in corso in cui la verità è sempre molto difficile da trovare. Di lui ricordo il suo modo di cantare così sincero e fermo senza virtuosismi da esibire inutilmente.

Ho sempre pensato che se avessi conosciuto Pierangelo Bertoli mi sarei sentito, lo ripeto, in soggezione perché ho un grandissimo rispetto verso tutti coloro che usano la parola come loro forma di espressione, considerando quanto io stesso mi sono dannato per tutta la vita alla ricerca delle mie. Le parole sono una scienza esatta e noi dovremmo ricominciare ad usarle bene le parole. Dovremmo amarle capendo quanta fatica hanno fatto per arrivare a noi.  Credo proprio che Pierangelo le amasse moltissimo le parole. Ha scritto delle cose molto precise e di questo io mi sento di essergli grato come lo sono anche ad altri ma in questo caso e su questo palco, lo sono a lui.

Nonostante la suggestione che come dicevo avrei provato nel conoscerlo può essere che accompagnati da un bicchiere di vino e stando noi due vicini in qualche modo, ne sono convinto, avremmo potuto essere tranquillamente amici”.

Claudio Corrado

Foto Moris Dallini
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