Il momento dedicato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in Consiglio comunale

Il Comune di Modena aderirà alla Fondazione Giulia Cecchettin che opera per un cambiamento culturale e strutturale nella prevenzione della violenza di genere, supportando le donne vittime di violenza attraverso un accompagnamento integrato e favorendo collaborazione tra enti e istituzioni per sviluppare progetti ispirati ai diritti umani e alla parità di genere.

Lo ha annunciato il sindaco di Modena Massimo Mezzetti, evidenziato che l’Amministrazione “ne condivide profondamente i presupposti e gli obiettivi”, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, dando avvio al momento dedicato al tema che si è svolto nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 25 novembre.

Dopo l’introduzione del presidente del Consiglio Antonio Carpentieri e l’intervento del sindaco, sono intervenuti in Aula il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Modena Luca Masini e la referente accoglienza del Centro Antiviolenza della Casa delle Donne contro la violenza di Modena Barbara Bertolani.

Il sindaco Mezzetti, ricordando quanto già affermato in una lettera aperta agli uomini scritta qualche giorno fa (“ancora i più presenti nelle posizioni apicali della società e con guadagni maggiori a parità di lavoro svolto”), ha ribadito la necessità di contrastare quel “grumo di cultura” presente soprattutto tra di essi e che vede l’affermazione del “primato del potere maschile”. Ricordando l’uccisione di Anna Svridenko e di Giulia Cecchettin, Mezzetti ha evidenziato che il retaggio del patriarcato “permea la società in modo trasversale alle classi e comune alle culture. A Modena – ha aggiunto – la collaborazione tra enti e istituzioni in questo ambito è una consolidata realtà da tempo e tanti sono i progetti che si portano avanti. Ma sappiamo che non basta mai e abbiamo il dovere di percorrere strade sempre nuove e rinnovate per aggredire questo argomento e cambiare, finalmente insieme”.

Il procuratore della Repubblica Luca Masini e la referente accoglienza Centro antiviolenza della Casa delle Donne Barbara Bertolani 

Il procuratore Masini ha portato in Aula alcuni dati: nell’ultimo anno giudiziario (da luglio 2023 a giugno 2024) rispetto all’anno precedente sono aumentate del 22,75 per cento le nuove notizie di reato di Codice rosso (femminicidi, violenze sessuali, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori, violenze aggravate perché commesse in contesto familiare) pervenute alla Procura della Repubblica di Modena, per un totale di 1232 fascicoli (con una media giornaliera di 8-10 procedimenti). I provvedimenti cautelari emessi nello stesso periodo sono circa 400, più di uno al giorno, tra misure di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento (323), custodie cautelari domiciliari o in luogo di cura (26) e custodie cautelari in carcere (47).
Masini ha quindi illustrato i nuovi strumenti normativi e l’attività che viene svolta dalla Procura della Repubblica e dalle Forze di Polizia a contrasto dei reati in materia di violenza di genere, “anche attraverso il prezioso contributo fornito quotidianamente dai Servizi Sociali, dai Centri Antiviolenza, dalle Associazioni a sostegno delle donne vittime di violenze e dal personale sanitario; i primi soggetti che raccolgono le dichiarazioni delle persone offese e che sono testimoni attendibili e fondamentali”. Il procuratore ha poi voluto lanciare un messaggio alle persone vittime di violenza: “Per chi denuncia c’è una rete di sostegno che funziona e strumenti cui fare ricorso: dai centri antiviolenza alle case per l’accoglienza delle donne, dalla corresponsione di quote di bustapaga dell’indagato direttamente dal suo datore di lavoro alla gratuità delle spese legali”. Masini ha infine annunciato il progetto, avallato dal Comune e ora al vaglio del Consiglio dei ministri per il finanziamento, di far rientrare la Procura tra gli enti di accoglienza accreditati per attingere alle risorse umane del Servizio civile anche per attività di contrasto a queste tipologie di reato.

Barbara Bertolani ha invece riportato i dati del Centro Antiviolenza della Casa delle Donne contro la violenza che si trova a Villa Ombrosa: nel 2023 sono state 373 le donne accolte e ascoltate dal Centro (erano state 334 nel 2022) e 229 quelle accolte nel primo semestre del 2024 contro le 203 del primo semestre dello scorso anno. Numeri, ha detto Bertolani, in crescita esponenziale nel corso degli anni che si accompagnano a un altro dato grave che è l’aumento del fenomeno della violenza multipla: “Nei casi di maltrattamento all’interno di una relazione intima – ha spiegato Bertolani – quasi sempre la violenza si manifesta in più modi: prima tra tutte è la violenza psicologica, riportata da oltre il 90 per cento delle donne, che si accompagna spesso alla violenza fisica, anche questa in crescita. Dal 2023 al 2024 è quasi raddoppiata la violenza economica, mentre quella meno denunciata rimane la violenza sessuale perché le donne fanno più fatica spesso forse anche a riconoscerla se all’interno di una relazione”. Bertolani ha evidenziato anche alcuni aspetti critici nell’affrontare il fenomeno della violenza sulle donne, primo tra tutti la vittimizzazione secondaria che avviene, per esempio sottovalutando alcune forme di violenza, come quella psicologica ed economica, meno facili da dimostrare. Tra le criticità anche “il rischio di restare nella violenza se, per esempio, viene concesso un affido condiviso con il padre maltrattante, la lunghezza delle cause civili e penali, l’estrema difficoltà per le donne che escono da percorsi di violenza a trovare casa, tema che dovrebbe essere oggetto di un intervento politico specifico con la definizione di strumenti ad hoc”.

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