Riceviamo dalla Polizia di Stato di Bologna e, volentieri, pubblichiamo:
Roberta non c’è più.
Un brutto male, ce l’ha portata via.
Roberta ha due famiglie che la piangono. Una l’ha lasciata a casa, un marito ed una splendida figlia. L’altra con tanti fratelli, l’ha lasciata al Commissariato Bolognina Pontevecchio.
Ha combattuto il male per circa due anni. Hanno tutti pensato che lo avesse sconfitto, ad un certo punto. A giugno era lì, alla sua scrivania, che macinava pratiche.
Invece, un giorno di settembre ha chiesto di incontrare i suoi fratelli e ha detto loro, con un sorriso indimenticabile sul suo volto bagnato dalle lacrime, tenendo strette le mani di sua figlia, che di lì a un mese se ne sarebbe andata.
L’8 ottobre Roberta è volata in cielo.
Non si occupava di cose grandi Roberta. Non ricercava i grandi latitanti.
Trattava piccoli reati, piccole truffe, furti e danneggiamenti.
Oltre il ricordo dei suoi splendidi occhi e del suo sorriso, ha lasciato ai suoi fratelli uno scatolone enorme, con tante pratiche da concludere.
Nessuno voleva prendersene carico, un po’ perché il lavoro da quelle parti proprio non manca, un po’ anche perché il solo guardare quello scatolone riportava la mente dei suoi fratelli a quel sorriso.
Così è arrivata Daniela, da Imola, appena trasferita, che ci ha messo mano, a quello scatolone. Diventa ogni giorno più piccolo, grazie al suo lavoro, ma tra le “carte senza speranza” ne salta fuori una diversa dalle altre. Roberta ci aveva investito del tempo, perché questa pratica una speranza ce l’aveva.
La speranza era anche quella di Mariuzzo, un settantenne italiano senza fissa dimora da ormai tanti anni, in cura in un ospedale della città a seguito di un suo sopraggiunto malore.
L’uomo, privo di documenti di riconoscimento, aveva fornito verbalmente ai sanitari il codice fiscale, che tuttavia risultava associato ad una persona defunta da diversi anni.
Mariuzzo non esisteva!
Grazie al lavoro di Roberta, prima, e a quello di Daniela oggi e alla collaborazione degli ufficiali delle anagrafi interessate, si sono potute sanare le anomalie documentali emerse dalle indagini. Quindi, tramite il comune della sua ultima residenza, si è riusciti a risalire ad alcuni parenti ancora in vita di Mariuzzo, che ne avevano perso le tracce da anni, i quali hanno subito confermato l’identità fornita dall’uomo.
Mariuzzo, grazie a Roberta e a tutti quelli che hanno preso a cuore la vicenda collaborando in questa laboriosa ricerca, potrà così finalmente avere una nuova carta di identità che gli sarà rilasciata dal Comune di Bologna e potrà riabbracciare i parenti che non vede da molti anni.
Presto alla casa di cura “Giovanni XXIII” Si festeggerà, carta d’identità alla mano, il “ritorno” di Mariuzzo.
Roberta sorriderà da lassù.