Continua la mobilitazione su tutto il territorio modenese per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro Metalmeccanica Industria.

Questa mattina a scioperare davanti ai cancelli delle aziende sono stati i lavoratori di Bosch Rexroth a Nonatola, OMG a Castelfranco Emilia (nelle foto), Dinamic Oil a Bomporto, Glem Gas a San Cesario S/Panaro. Gli scioperi sono proclamti dalle Rsu di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil e proseguono in modo articolato per tutta la settimana in queste aziende oltre a tante altre realtà di dimensioni occupazionali inferiori sparse sul territorio provinciale, per un totale di oltre 2.000 addetti.

“Gli scioperi a scacchiera nelle aziende metalmeccaniche modenesi – spiegano Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil Modena – sono la risposta al NO di Federmeccanica alle richieste sindacali rimaste totalmente inascoltate rispetto alla parte economica (280 euro di aumento sui 3 anni) e normativa (a cominciare dalla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali). Richieste contenute nella piattaforma presentata da Fim, Fiom e Uilm, votata da oltre il 98% delle lavoratrici e lavoratoti metalmeccanici.

La richiesta dei 280 euro serve a rispondere alle esigenze vitali delle lavoratrici e dei lavoratori, perché oggi in Italia, una famiglia composta da due persone entrambe occupate nella metalmeccanica fa fatica a sostenere le spese dell’intero mese. All’opposto le imprese negli ultimi anni hanno visto accrescere i propri profitti con percentuali mai viste in precedenza”.

“Se dunque una parte del Paese, quella che indiscutibilmente paga tutte le tasse e rivendica aumenti salariali per permettersi una vita più dignitosa, non si capisce – continuano i Sindacati –  perché dall’altra non ci sia l’apertura a un confronto sui temi proposti.

Stessa importanza nella piattaforma sindacale è la richiesta di abbassamento delle ore lavorative. Le innovazioni tecnologiche, le transizioni ecologiche e l’avvento delle intelligenze artificiali fa presupporre che nei prossimi anni le dinamiche lavorative cambieranno in maniera importante. Proprio come è stato in passato, in concomitanza con altre rivoluzioni industriali, le ore di permanenza nei luoghi di laovoro sono diminuite, e questo è servito per garantire a tutti un’occupazione, allo stesso modo oggi serve un cambio di passo sull’orario di lavoro, non solo per rispondere a un cambiamento generalizzato del mondo del lavoro, ma anche per rispondere a una società che si sta evolvendo sempre più velocemente”, concludono Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil Modena.

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